Elezioni Quirinale, Toti: "Non è quello che avremmo voluto, ma viva Mattarella"

di Redazione

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"Il primo a non volere che finisse così era proprio lui, che infatti ha accettato solo su pressione di tutti, per evitare una situazione difficile per il Paese"

Elezioni Quirinale, Toti: "Non è quello che avremmo voluto, ma viva Mattarella"
Il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, uno dei grandi elettori a Roma, in un lungo post pubblicato sui suoi canali social, al termine di una lunga e convulsa settimana spiega la sua versione dei fatti. Toti inquadra così cosa è successo soprattutto negli ultimi giorni.
 
"Alla fine di questa lunga settimana, poche considerazione a caldo. La prima: alla fine l’elezione di Mattarella mette in sicurezza le istituzioni, con una personalità capace, competente ed equilibrata al Quirinale. È il risultato che avremmo voluto? Direi di no. Anzi, il primo a non volere che finisse così era proprio Mattarella, che infatti ha accettato solo su pressione di tutti, per evitare una situazione difficile per il Paese.
Potevamo eleggere un Presidente diverso, assecondando anche il volere dello stesso Mattarella? Forse sì, ma serviva capacità di dialogo, di sintesi, insomma capacità politica, che non c’è stata. Qualcuno ora alimenta la retorica della possibilità di eleggere un Presidente di cristallina purezza centrodestra. Non è mai stato vero. Chi lo pensa sbaglia, per errore di valutazione o in mala fede. Il centrodestra non ha mai avuto i numeri in Parlamento per avere la maggioranza, altrimenti avrebbe governato il Paese dopo le elezioni 2018, invece di essere costretto a variopinti governi.
In più: è impossibile eleggere a maggioranza un Presidente, a spallate, mentre a Palazzo Chigi c’è un Governo di unità nazionale che affronta una pandemia e una crisi economica. Ogni forzatura, ovvero un Presidente eletto da una sola parte, avrebbe provocato una crisi politica, la fine del Governo e forse della legislatura.
C’erano altri nomi, oltre a quello di Mattarella, che potevano essere condivisi da molti, ne faccio solo due: Draghi e Casini. Uomini dal profilo bipartisan che potevano ricoprire con capacità e dignità il ruolo di Capo dello Stato. Ma qualcuno non ha voluto, cercando invece nomi di rottura, per improbabili conte numeriche e cariche di cavalleria. O forse perché il vero disegno non era eleggere un arbitro e lasciare lavorare il Governo, ma era dare una spallata al sistema, che invece oggi va preservato, soprattutto in un momento così delicato per il Paese. O forse ricreare geometrie politiche del passato, maggioranze diverse.
Noi abbiamo sempre lavorato per preservare la coalizione di centrodestra, ma prima di tutto l’equilibrio del sistema politico. Non c’è stato alcun tradimento, come qualcuno oggi vuole far passare, forse per giustificare errori propri. Semplicemente il centrodestra racchiude varie sensibilità e per molti della nostra coalizione ad esempio uomini come Casini, fondatore di un partito cattolico, per decenni leader di un partito organico al centrodestra, Presidente della Camera ai tempi del Governo Berlusconi, è e resta un uomo di centro anche se eletto in un collegio del Pd renziano. Anzi proprio per questo arbitro per tutte le parti. Ancora più Draghi, che da tecnico ed economista poteva essere un arbitro perfetto.
Una mediazione era possibile, anzi a portata di mano, ma qualcuno non l’ha voluta cogliere per inseguire impossibili successi o per altre legittime valutazioni. Ma per favore, il tradimento, il complotto, gli sgambetti, no. Il Presidente è una cosa seria, e le coalizioni non sono caserme, ma luoghi di confronto e condivisione. Alla fine bene così: buon lavoro Presidente! Viva l'Italia, viva Mattarella"