Rixi a Telenord: "Porto crescerà di 1 milione di mq, da spartire tra container, ro-ro e altri tipi di traffico"

di Redazione

"Aree ex Ilva, bisogna usarle in maniera razionale: i nuovi impianti hanno concentrazioni più elevate di tecnologia e necessitano di minori spazi"

Ospite di Telenord, per un "Primo piano" con il direttore Giampiero Timossi e Carlotta Nicoletti, il viceministro alle Infrastrutture Edoardo Rixi ha affrontato il tema dello sviluppo del porto di Genova alla luce del nuovo piano regolatore portuale.

"Il nuovo strumento dovrà governare la vita del porto per i prossimi decenni - dice - in un quadro che, grazie a Terzo Valico e Gronda, vedrà un aumento graduale della capacità di sistema. Per quanto riguarda le aree ex Ilva, bisogna usarle in maniera razionale: i nuovi impianti hanno concentrazioni più elevate di tecnologia e necessitano di minori spazi. C'è inoltre bisogno di un interporto, struttura di cui vanno dotandosi alcuni soggetti privati, io penso a creare un dryport nella zona di Alessandria".

"Per quanto riguarda la svolta green, io credo che l'elettrico non possa essere la sola alternativa e auspico che l'Europa capisca che il green è possibile solo in un quadro di flessibilità, diversamente si rischiano costi non sostenibili".

"Il nuovo porto - sottolinea - vedrà aumentare la superficie di 1 milione di mq, ma per quanto riguarda i container credo sia importante realizzare un terminal pubblico/privato oltre Appennino, in modo da sbloccare le banchine e svuotare la rete. Se ipotizziamo di aumentare i volumi dobbiamo darci nuove regole, non possiamo pensare di accatastare i container in porto. Così i nuovi spazi andranno divisi tra container, ro-ro e altri tipi di traffico".

Rixi infatti ricorda che "Il 56% della rete autostradale è stato costruito prima degli anni Settanta e va ripensato se non ricostruito, quindi dobbiamo studiare il modo di potenziare le autostrade del mare togliendo qualche milione di automezzi dalle strade".

Secondo Rixi, "Dopo decenni di traffici con gli stessi porti e le stesse linee, Covid e guerre hanno cambiato le catene logistiche e dobbiamo adeguarci."

Sull'aeroporto, "Finora per il porto l'aerostazione è stata un problema, ora deve diventare un vantaggio, per le potenziali sinergie con il settore crocieristico".