Porti, Traversi (M5S): "Delirante la privatizzazione per far cassa, come vuole Tajani"

di Stefano Rissetto

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"Svendere ogni nostro bene strategico non solo è antieconomico ma è anche il contrario del patriottismo sbandierato dal governo Meloni"

Porti, Traversi (M5S): "Delirante la privatizzazione per far cassa, come vuole Tajani"

La privatizzazione dei porti, prospettiva adombrata da Antonio Tajani (vicepremier, ministro degli Esteri e leader di Forza Italia) al Meeting di Rimini ha provocato prese di distanza nella stessa maggioranza di governo, a partire dalle dichiarazioni dell'altro vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini e di Edoardo Rixi, suo vice al ministero dei Trasporti. Allo scetticismo di parte della maggioranza fa da contrappunto l'atteggiamento riscontrabile nell'opposizione. Tocca a Roberto Traversi, deputato M5S componente della Commissione Trasporti di Montecitorio, usare l'aggettivo "delirante".

“Lo scenario paventato dal vicepremier Tajani sulla privatizzazione dei porti - scrive infatti Traversi in una nota - è delirante. E conferma come questo governo sia composto solo da patrioti a chiacchiere: in ogni occasione in cui c’è da far prevalere l’interesse nazionale, assistiamo a dichiarazioni strampalate che vanno nella direzione opposta. A Tajani ricordiamo che i privati sono già ben presenti nelle attività portuali nel nostro paese. Le attuali norme prevedono però l’inalienabilità, l’incommerciabilità e l’inespropriabilità delle aree demaniali portuali, oltre alla conseguente possibilità di attribuire ai privati diritti di godimento sulle stesse soltanto attraverso atti di concessione, a tutela degli interessi nazionali, nonché di controllo della catena logistica. Il quadro è chiaro: i privati possono gestire quelle aree solo svolgendo effettivamente un’attività che guardi agli interessi del porto e del sistema economico che su quel porto insiste. La legge di riforma portuale del 1994 è nitida in tal senso, e prevede per le Autorità Portuali precisi compiti di indirizzo, programmazione, coordinamento e controllo delle operazioni portuali.

"Le norme odierne sono assolutamente funzionali alla tutela dell’interesse nazionale: se Tajani pensa di fare cassa sui porti, ha sbagliato indirizzo. Magari sarebbe preferibile che indichi ai suoi colleghi Meloni e Giorgetti di abbandonare la loro autolesionista turbo-austerità, che sta paralizzando la nostra economia dopo due anni di crescita. Svendere ogni nostro asset strategico, che siano i porti o le nostre infrastrutture digitali, non solo è anti-economico - conclude Traversi - ma è anche il contrario del patriottismo tanto sventagliato dal governo Meloni".