Porti, Assiterminal: "Serve riforma condivisa, semplificare le regole"

di Redazione

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Il presidente Becce: "Il lavoro delle comunità che ospitano le attività portuali deve essere concentrato sulle attività che interferiscono con i territori"

Porti, Assiterminal: "Serve riforma condivisa, semplificare le regole"

"La forma giuridica non ci intessa, ci interessa che si affrontino i problemi. E il primo tema che vorremmo la riforma affrontasse è una definizione chiara delle competenze degli organi istituzionali sulla materia. Le scelte strategiche infrastrutturali devono essere nazionali, mentre il lavoro delle comunità che ospitano le attività portuali deve essere concentrato sulle attività che interferiscono con i territori sede di porto". Il presidente di Assiterminal, l'associazione dei terminalisti italiani, Luca Becce, illustra la sua idea nel dibattito a palazzo San Giorgio sulla riforma della portualità organizzato da Port&shippingtech nell'ambito della Genoa shipping week. Le scelte strategiche sulla portualità per i terminalisti devono essere improntate a un investimento forte sull'intermodalità.

"Lo Stato deve sapere cosa vuole fare delle proprie infrastrutture e collocare gli investimenti funzionali ai porti che devono essere sviluppati e le imprese manifatturiere devono avere un approccio culturale diverso, puntare anche sulla logistica". Il secondo punto, per Assiterminal riguarda le Autorità di sistema portuale.

"Invece che andare in una direzione di snellimento e maggiore efficienza siamo andati ad una ulteriore burocratizzazione - dice Becce -. Il problema non è fare i porti società per azioni o no, ma che si torni all'impostazione iniziale della legge 84/94: cioè società pubbliche gestite con una logica privatistica". E la riforma aggiunge Becce deve essere "il più possibile condivisa uscendo dalla logica maggioranza opposizione",