L'impatto della prima chiusura del traforo Monte Bianco e prospettive future tema di interpellanza

di Redazione

2 min, 50 sec

Renzo Testolin :"L’Università della Valle d’Aosta ha dato avvio a questo progetto di ricerca nel mese di settembre"

L'impatto della prima chiusura del traforo Monte Bianco e prospettive future tema di interpellanza

L’impatto della prima chiusura del traforo del Monte Bianco e le prospettive future sono state al centro di un’interpellanza presentata dal gruppo Lega Vallée d’Aoste nella seduta consiliare del 10 gennaio 2024.

Il Vicecapogruppo Erik Lavy ha ricordato che «Confindustria ha condotto uno studio sull’impatto economico derivante dalla chiusura del tunnel per tre mesi nei prossimi 18 anni, stimando una perdita di valore aggiunto del 9,8% e una perdita di Pil del 6/7%. La politica, pur sapendo dei lavori, si è mossa in ritardo e, a seguito della prima chiusura, le associazioni di categoria hanno rilevato una serie di criticità connesse alle ricadute economiche negative. Chiediamo quindi di sapere se esistono già delle stime sull’impatto in Valle d’Aosta di questa prima chiusura; se sia intenzione collaborare con le associazioni di categoria al fine di avere nei prossimi mesi un quadro complessivo sull’impatto e sulle prospettive delle prossime chiusure; se sia intenzione richiedere allo Stato dei ristori e di che tipo.»

«Quando ancora era prevista la chiusura lunga di 15 settimane, prima che la frana nella Maurienne portasse i Governi a decidere per un’interruzione più corta della circolazione e, sostanzialmente, al rinvio dei primi lavori di rifacimento della volta della galleria, era già stata concordata con l’Università della Valle d’Aosta l’opportunità di sviluppare uno studio sugli impatti socio-economici della chiusura del traforo del Monte Bianco – ha ricordato il Presidente della Regione, Renzo Testolin -.  L’Università della Valle d’Aosta ha dato avvio a questo progetto di ricerca nel mese di settembre scorso che è di durata biennale e si concluderà nel mese di agosto 2025. Lo studio è articolato su diverse linee di ricerca che comprendono i flussi di persone e merci, ma anche il turismo, la logistica e gli effetti sulle imprese. Sicuramente ci saranno momenti di interfaccia con gli operatori economici valdostani, con l’obiettivo di disporre di dati e informazioni utili non necessariamente a chiedere dei ristori, ma ad impostare le più opportune politiche conseguenti ai dati risultanti. Ci sarà una prima restituzione dei risultati a sei mesi dall’avvio, quindi nella prossima primavera; una seconda a 18 mesi e la terza, conclusiva, nel 2025.»

«Gli studi che devono essere sviluppati – ha concluso Testolin – necessitano di momenti di sedimentazione e di analisi dei dati, di confronto con il territorio, che non possono essere rappresentati a qualche settimana dalla riapertura del tunnel. Questo è un percorso molto attenzionato e sollecitiamo costantemente il Governo nazionale per sottolineare l’importanza che ha il tunnel per la Valle d’Aosta e per le regioni limitrofe.»

«Volevo capire se vi era la volontà di approfondire il tema al di là dello studio affidato all’Università della Valle d’Aosta – ha replicato il Vicecapogruppo Lavy -; studio che sarà sicuramente più completo rispetto ai dati che si possono avere dalle singole categorie o nei singoli settori, ma che possono rivelarsi ugualmente interessanti.  È essenziale avere le antenne pronte, perché se le ripercussioni saranno troppo gravose e si vorranno chiedere dei ristori, sarà importante capire al più presto come e dove indirizzare le richieste.»