Giorno del ricordo, seduta solenne nel consiglio regionale della Liguria in memoria delle vittime delle foibe

di Filippo Serio

Il presidente Medusei: "La Liguria accolse migliaia di profughi"

Anche la Liguria celebra il Giorno del Ricordo, solennità nazionale istituita con la legge 30 marzo 2004 per ricordare la trageddegli italiani e di tutte le vittime delle foibe, e dell'esodo degli istriani, dei fiumani e dalmati nel secondo dopo guerra dalle loro terre.

Questa mattina in consiglio regionale una seduta solenne aperta dalle parole del presidente Gianmarco Medusei: "Oggi si celebra la giornata del 10 febbraio 1947, ma i protagonisti saranno gli studenti e le studentesse liguri con i loro elaborati. E' una soddisfazione vedere quanti ragazzi hanno trattato questo tema, su un giorno importante su cui per troppi anni la storia ha steso un velo, sulla sofferenza degli italiani giuliano-dalmati costretti ad abbandonare le proprie terre - ha detto Medusei a margine -. Ricordiamo che la Liguria accolse migliaia di profughi. Tante persone furono perseguitate e uccise durante il regime di Tito."

"Fu il presidente Cossiga nel 1991 - ricorda Medusei - a inginocchiarsi davanti alle foibe di Basovizza: un momento molto importante per le istituzioni e da lì ci fu un crescendo. Ogni anno ricordiamo quanto successo per tramandarlo e fare in modo che non si ripetano gli orrori della storia"

Poi l'orazione del professor Raoul Pupo, già docente di storia contemporanea: "Ci sono diversi messaggi da passare: il primo è che esiste una parte della storia d'Italia che non è molto conosciuta ma è importantissima, poichè ha riguardato una grossa parte della popolazione italiana che ha molto sofferto. Il secondo è che le storie di frontiera sono molto complicate, lo vediamo oggi con il conflitto russo-ucraino. Il Friuli Venezia-Giulia è una terra di frontiera, dove sono avvenute le stesse tragedie di oggi: ricordare cio' che è successo ieri per capire cosa succede oggi, e viceversa, questa è la chiave. C'è un terzo messaggio, quello della riconciliazione: un passaggio che è stato difficilissimo, a causa delle ferite molto profonde. Solo nel 2020 c'è stato un messaggio molto forte, quello dei presidenti delle Repubbliche di Italia e Slovenia che si sono incontrati nei luoghi più duri delle memorie, a Basovizza. La riconciliazione è possibile, ma ci vuole tanta volontà"

Al termine della cerimonia, sono stati premiati gli studenti vincitori della XXII edizione del concorso bandito ogni anno dalla Regione: "Per quello che ho visto negli ultimi 30 anni, - prosegue Pupo - "nelle scuole oggi c'è molta sensibilità e interesse per cio' che è accaduto. Ma rimane la complessità nel comprendere cio' che è accaduto, essendo una storia diversa da quella del resto d'Italia: ma se si riesce a superare questo scoglio e farla diventare una ricchezza, diventa più semplice. Altrimenti il rischio è quello di rimanere solamente nella sfera emotiva, che non puo' bastare."

"Dal punto di vista della pietà c'è ancora qualcosa da scoprire: ci sono destini di migliaia di persone ancora sconosciuti, è complicato ma mi auguro che si riesca a dare risposte." - continua Puppo

"Parallelismo con quanto avviene in Medio-Oriente? E' una situazione abbastanza differente. I paragoni facili sono quelli con i paesi europei perchè esiste un'unica fascia di crisi che parte dal Baltico, scende dall'Europa Orientale e sfocia nei mari Nero, Adriatico e Egeo dove sono accaduti gli stessi fenomeni. Diversa la situazione del Medio Oriente dove Israele è allo stesso tempo uno stato nazionale e coloniale"