Genova, tempi lunghi per gli sfollati di via Terpi: il rientro a casa non prima di ottobre

di Gaia Cifone

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A inizio 2024 partiranno i lavori per la messa in sicurezza della collina con l’approvazione, da parte del Comune, di un piano esecutivo: investimento di 5 milioni

Genova, tempi lunghi per gli sfollati di via Terpi: il rientro a casa non prima di ottobre

Novità in arrivo per gli sfollati di via Terpi, nel quartiere di Molassana, in riferimento all’edificio che è stato evacuato a metà luglio a causa di uno spostamento di un millimetro del palazzo stesso. A tracciare i tempi il presidente del municipio Media Val Bisagno Maurizio Uremassi. 

“Il rientro è previsto per metà ottobre, l’edificio era attenzionato dal 2014 ed era seguito anche dal dipartimento di Scienze e dalla facoltà di Ingegneria dell’Università di Genova, che aveva messo i sensori”. Grazie al bonus sismico del 110% sono iniziati i lavori di messa in sicurezza. Con l’installazione dei pali, circa una decina, il palazzo si è assestato e di conseguenza i sensori si sono messi a suonare. 

Nel frattempo l’assessore ai Servizi sociali del comune di Genova Lorenza Rosso, in contatto con gli sfollati, segue il servizio soci, nel quale si valuta la situazione delle famiglie. Al momento tutti si sono sistemati da soli, solo una famiglia è seguita dal Comune. “Il rientro è previsto per metà ottobre” ha aggiunto Uremassi. I lavori dovranno essere eseguiti con cautela, proprio perché in passato il palazzo fu costruito sull’argilla. 

“Il comune di Genova, cosa mai fatta prima, ha approvato un piano esecutivo, che sarà pronto ad aprile, per mettere in sicurezza tutta la collina, costituendo la cosiddetta berlinese alla base. L’investimento è di 5 milioni di euro e i lotti saranno due” spiega Uremassi. 

Non solo la messa in sicurezza della collina ma anche la nascita di un parco che partirà dalla Coop, per terminare sotto la chiesa di via Terpi. La data di inizio lavori è fissata per i primi mesi del 2024. 

“Questa amministrazione è intervenuta subito dopo l’accaduto ma la messa in sicurezza della collina sarebbe partita lo stesso” ribadisce il presidente. E per quanto riguarda lo scolmatore precisa: “Non si può dire che quello che succede nel sottosuolo non si ripercuota sugli edifici, però quando ci sono le esplosioni, se non si avvertono le scosse non viene dato l’allarme”.