Genova, peste suina. La protesta dei biker: "Basta zona rossa"

di Redazione

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In circa 50 , con le biciclette e fumogeni, hanno manifestato esponendo anche uno striscione con la scritta "Boschi per tutti, la natura non si vieta".

Genova, peste suina. La protesta dei biker: "Basta zona rossa"

Il mondo dell'outdoor si è radunato davanti al palazzo della Regione, in piazza De Ferarri, per chiedere la revoca delle misure che impediscono la frequentazione dei boschi nella zona rossa compresa tra le province di Alessandria, Savona e Genova. In circa 50 , con le biciclette e fumogeni, hanno manifestato esponendo anche uno striscione con la scritta "Boschi per tutti, la natura non si vieta".

Le associazioni chiedono, tra l'altro, che i cinghiali continuino a vivere lungo i torrenti e negli altri concentramenti urbani; che si studi un programma di limitazione delle nascite. 
Dopo la cattura di quattro cinghiali che vivevano nel torrente Sturla la Rete dei santuari di animali liberi e Vita da Cani, insieme ad Animalisti genovesi chiedono alle istituzioni di revocare gli abbattimenti dei cinghiali urbani previsti per contenere la diffusione della peste suina africana.

"Vogliamo sapere di sapere che fine hanno fatto i cinghiali e soprattutto l'istituzione di un tavolo di lavoro a cui possano partecipare i nostri referenti ed esperti per contribuire a un progetto pilota per la colonia del Bisagno e di un protocollo di gestione della problematica dei suini "urbani" che sia innovativo ed etico e possa essere replicato - spiegano gli animalisti - perché questi animali sono stanziali e quindi difficilmente entreranno in contatto con altri selvatici potenzialmente infetti. Secondo le simulazioni, per rallentare significativamente la diffusione della peste suina africana si dovrebbe abbattere circa il 90% della popolazione di cinghiale , obiettivo irrealistico da raggiungere. I massacri in programma stimano di eliminare meno della metà dei cinghiali, ciò significa che si tratta di interventi non risolutivi".