Genova, mobilitazione lavoratori: petardi e fumogeni davanti alla Prefettura in segno di protesta

di Redazione

'Basta morti e nuova impresa' le parole dei lavoratori Cgil e Uil

'Basta morti sul lavoro, per una giusta riforma fiscale e per nuovo modello sociale di impresa'. Sono le parole d'ordine della mobilitazione dei lavoratori di tutti i settori privati di Cgil e Uil che ha dato vita a un corteo con centinaia di persone per le strade di Genova. I lavoratori si sono ritrovati davanti alla Prefettura dove sono stati esplosi petardi e accesi decine di fumogeni e poi hanno fatto un corteo per le strade del centro. Una manifestazione che diventa ancora più attuale dopo la tragedia di Suviana nella centrale idroelettrica di Enel Green Power dove lavoravano i subappalto molti dei morti e dei feriti, alcuni legati a una ditta con la sede legale a Mele, nel genovese.  

"Oggi è scesa in piazza la parte migliore del paese, a Genova e in tutta Italia, quelli che ci sono sempre, che hanno fatto della nostra nazione una nazione importante, che hanno attraversato le crisi economiche, retto all'urto del covid, ma che non hanno mai risposte dai governi, tantomeno da questo. Noi abbiamo chiesto interventi sulla sicurezza, che non abbiamo visto, e l'altro ieri ci sono stati di nuovo morti, dispersi e feriti, e per l'ennesima volta parliamo di appalti e subappalti a cascata che il governo ha liberalizzato". Lo dice Igor Magni, segretario della Camera del lavoro di Genova, in piazza per la mobilitazione promossa con la Uil.  "Da questa piazza deve uscire un messaggio molto forte - sotiene invece Emanuele Ronzoni, segretario organizzativo Uil -,  gli ultimi fatti richiamano tutti a una grande responsabilità. Ci vuole una procura speciale, queste morti sul lavori devono essere considerati omicidi, ci vogliono misure più stringenti per far rispettare le norme che ci sono, aumentare le ispezioni. Lanciamo un appello al governo nazionale, regionale e alle amministrazioni locali: oggi il profitto vale più di una vita e noi siamo invece per la difesa della vita a tutti i costi.