Fai Conftrasporto: presentato Manifesto per Europee. Accelerare su grandi opere e cabina regia per infrastrutture

di Carlotta Nicoletti

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Uggè: "Ancora, il ruolo fondamentale del settore lo fanno comprendere i vincoli imposti all’interno dell’Unione Europea nei transiti delle merci, dal Bianco al Frejus, al Brennero"

Fai Conftrasporto: presentato Manifesto per Europee. Accelerare su grandi opere e cabina regia per infrastrutture
 

Fai Conftrasporto lancia il suo Manifesto per l’Europa. Lo fa dagli spazi del Salone Transpotec, in programma alla Fiera di Milano, dove la Federazione degli Autotrasportatori Italiani – 36 associazioni territoriali, migliaia di imprese e una flotta di 90mila veicoli – è presente con un proprio stand.

Il documento, siglato dal ministro Salvini, sarà consegnato nei prossimi giorni ai leader di tutti gli schieramenti politici in vista delle prossime elezioni dell’8 e 9 giugno; è stato illustrato dal presidente Uggè e dal segretario generale Fai Carlotta Caponi, che hanno sottolineato la centralità dei trasporti e della logistica nell’economia italiana ed europea.

“Centralità emersa nell’emergenza Covid, con il ruolo fondamentale delle spedizioni, o ancora con le guerre in Ucraina e nella striscia di Gaza, con la situazione nel Mar Rosso – spiega Uggè – Ancora, il ruolo fondamentale del settore lo fanno comprendere i vincoli imposti all’interno dell’Unione Europea nei transiti delle merci, dal Bianco al Frejus, al Brennero, con le criticità e le perdite in termini economici per il rallentamento dei mezzi dovuto ai divieti austriaci o a lavori in corso”.

Un panorama in cui il trasporto su gomma è ancora preponderante: il 74% delle merci in UE si muove su strada, in Italia la percentuale è dell’84%: se da un lato emerge il ruolo fondamentale dell’autotrasporto, dall’altro si impone un’accelerazione sul piano dell’intermodalità e delle infrastrutture, che attualmente non risultano adeguate a reggere il peso di una domanda in aumento, con conseguenti congestioni stradali.

“È tempo di proseguire spediti sulle grandi opere, a cominciare dal ponte sullo Stretto di Messina, di ristabilire il principio della libera circolazione delle merci, di assicurare la completa infrastrutturazione della rete TEN, anche con riferimento al corridoio Scandivano, e sviluppare con incentivi mirati l’intermodalità strada-mare e strada-ferro”, dichiara Uggè.

Fai-Conftrasporto nel suo Manifesto individua quattro linee di intervento: persone, competitività, sicurezza e ambiente.

Persone. Al centro, la carenza di autisti (in Italia ne mancano oltre 20mila), alla luce della quale è necessario aggiornare la legislazione europea sulla formazione professionale, considerando le evoluzioni tecnico-digitali dei mezzi, e riconoscere i titoli di abilitazione rilasciati dai Paesi Extra-UE. Contro lo sfruttamento e il dumping sociale, è invece indispensabile vigilare sui corretti livelli di tutela e retribuzione.

Competitività. Fai-Conftrasporto auspica l’istituzione di una cabina di regia europea per la pianificazione, la progettazione, la realizzazione e il monitoraggio delle infrastrutture strategiche.

Il sistema intermodale, cruciale per la competitività, deve  poter contare su disponibilità di infrastrutture e servizi di trasporto reali.  Fondamentale anche la permeabilità dell’arco alpino: serve coordinare i lavori di manutenzione e rimuovere le limitazioni al Brennero. Per lo sviluppo dei traffici nazionali ed europei, va riconosciuto il ruolo strategico della dimensione euro-mediterranea, con l’attuazione completa  della rete TEN. Per rendere più fluidi gli scambi, sono centrali la digitalizzazione e lo sviluppo di software per ottimizzare tratte e carichi, a patto che i processi siano omogenei per l’interoperabilità dei sistemi.

Sicurezza. Fai chiede più investimenti in aree di sosta confortevoli, attrezzate e sicure su tutto il territorio, e di implementare gli strumenti per il rispetto delle norme sui tempi di guida e sul cabotaggio; auspica il superamento dell’interpretazione restrittiva del principio DNSH, in base al quale le risorse del PNRR non possono essere utilizzate per finanziare opere che arrechino danno all’ambiente. Interpretazione che ha finito con l’escludere l’ammodernamento delle infrastrutture dalle priorità di intervento, a scapito della sicurezza.

Ambiente. La sostenibilità ambientale deve coniugarsi con quella economica e sociale. Bisogna superare l’ideologia del ‘tutto elettrico’ (in Italia il 63% dell’energia elettrica utilizzata è attualmente prodotta attraverso fonti fossili). Il traguardo europeo del 2050 è ambizioso e condiviso da Fai, ma le norme previste sono poco coerenti con la concreta disponibilità di tecnologie e veicoli green, e comportano costi e obblighi insostenibili per le imprese. Fai chiede quindi l’istituzione di aiuti di Stato per rinnovare le flotte, che considerino tutte le soluzioni tecnologiche, anche quelle legate ai biocarburanti.

Al termine della mattinata è stato inoltre presentato il libroPaolo Uggè: l’uomo con la valigia – 50 anni di storia dell’autotrasporto che racconta la storia dell’autotrasporto italiano attraverso la lente di un testimone storico. Il libro, con la prefazione di Gianni Letta e l’introduzione di Pietro Lunardi, sarà reperibile su Amazon sin dai prossimi giorni. L’intero ricavato sarà devoluto al Progetto Itaca, associazione di volontariato che si occupa di supportare le persone fragili e le loro famiglie.

 

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