#Velesuoniamo, Paolo Fresu spiega la petizione e il ruolo dell'artista contemporaneo

di Giulia Cassini

2 min, 37 sec

Con il musicista il mondo del jazz italiano chiama tutti a raccolta

#Velesuoniamo, Paolo Fresu spiega la petizione e il ruolo dell'artista contemporaneo

La quarantena da coronavirus pesa sul mondo del lavoro, non è una novità, se ne parla da giorni. Ore difficili per il Governo e per tutti i settori.  Ad esempio gli artisti e le professionalità che ruotano intorno al mondo dei concerti, del teatro e della didattica sono a casa da tempo, con poche prospettive, tanto più se fanno parte del popolo delle partite IVA.  

Per questo sulla piattaforma change.org è partita da giorni l’iniziativa #velesuoniamo, promossa e veicolata dagli artisti Paolo Fresu (presidente IJI, Federazione Nazionale Il Jazz Italiano), Ada Montellanico (presidente IJVAS, Associazione Il Jazz va a Scuola), Simone Graziano (presidente MIDJ, Associazione Musicisti italiani di Jazz) e l’intero comparto del jazz italiano che desidera coinvolgere tutti i professionisti del settore musicale e gli appassionati.

Non si chiedono risposte emergenziali, ma di ripensare i diritti e i doveri di questa realtà professionale atipica, così peculiare e non ascrivibile a tante altre categorie di lavoratori. “E’ una categoria atipica -spiega Paolo Fresu-  Perché si accende e si spegne a seconda degli impegni di lavoro e quando si è spenti si dovrebbe godere di protezione da parte dello Stato. E’ dunque una categoria che sfugge dai normali criteri del lavoro e della previdenza. I francesi, da decenni, sono riusciti a individuarla e regolarizzarla con il sistema de “Led intermittents du Spectacle”. Una protezione che i lavoratori dello spettacolo si sono guadagnati duramente e che si guadagnano ogni giorno. Ricordo che quando nel 2003 questo sistema fu messo in crisi la Francia, tutta e indistinta, si mobilitò e furono fermati anche i festival più importanti come Aix en Provence e Avignone". 

La complessità di raggiungere ad un corretto sistema normativo e previdenziale è dovuta a tanti fattori. “Impossibile ad esempio accumulare e ricongiungere i contributi previdenziali Inps ex Enpals e le altre forme di previdenza (Inps privati e gestione separata)… Impossibile pertanto calmierare i contributi pagati”.

Spesso si guarda alla compagine degli artisti come a dei privilegiati, ma la realtà è ben distante dall'immaginazione. " La maggior parte delle persone che vi lavorano -dice Fresu- vivono giorno per giorno e oggi, forzatamente a casa come tutti, non solo non guadagnano ma non godono di nessun armonizzatore sociale”. Eppure continuano a mettersi in gioco, come si è visto sui social in queste ore, in questi giorni, regalando letteralmente il proprio tempo e le proprie capacità, perché l’arte e la musica più che mai nei periodi difficili sono fondamentali.

Si tratta poi di riconoscere il ruolo di questo comparto nella società e come tassello identitario fondamentale dell’intero Paese. “Significa dare il giusto valore al mondo dell’arte – ha rimarcato Paolo Fresu - che non è effimero e che, soprattutto in questo momento, ci siamo resi conto essere parte fondamentale della nostra crescita. Il ruolo dell’artista è imprescindibile in seno alla società contemporanea e anche per questo va riconosciuto”. E’ possibile aderire alla campagna cliccando online qui.