Tutte le incertezze sulla ripresa della scuola

di Paolo Lingua

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Tutte le incertezze sulla ripresa della scuola

E’ ritenuta eccessiva, non solo da parte delle istituzioni, ma anche da molti medici specialisti e in particolare pediatri, la proposta dell’Ordine dei Medici di rinviare la riapertura delle scuole il 24 settembre, vale a dire dopo le elezioni. Secondo molti osservatori del settore sarebbe un ulteriore rinvio inutile e trascinerebbe con sé tutte le problematiche già collegate a una riapertura il 14 settembre. Tanto vale decollare e affrontare tutte le problematiche legate a tanti aspetti della riapertura: numero degli insegnanti, del personale ausiliario, disponibilità degli spazi e delle strutture e prevenzioni sanitarie. E’ fin troppo chiaro – il discorso vale per la Liguria come per il resto dell’Italia – che tutto, sin dal primo giorno, non sarà perfetto. Ma, a questo punto, è meglio affrontare le problematiche una per una. Semmai, nei giorni di sosta delle elezioni, quando la scuola sarà bloccata, si cercherà di mettere a punto quello che non funziona.

Oggi, sia pure come sempre con annunci di carattere teorico di cui non si comprendono ancora i contenuti reali, la Regione, tramite le strutture dell’assessorato alla sanità e dell’Alisa, sta mettendo a punto ambulatori per realizzare i tamponi per tutti i casi dubbi degli allievi e degli insegnanti (dei quali sinora solo il 15% si è rivolto alla sanità privata per realizzare i test sierologici). Alle famiglie dovrebbe toccare il compito di effettuare il controllo sulla temperatura degli scolari: se sarà superiore a 37,% i ragazzi non dovranno essere portati a scuola e quindi dovranno effettuare i controlli successivi tramite il medico di famiglia o il Gaslini. Fin qui sulla carta, come sinora è avvenuto.

Si vedrà come funzionerà il sistema, nelle grandi città e nei piccoli centri, a partire dal 14. I pediatri, anche i più severi e rigorosi, ritengono che sia eccessivo l’obbligo di tenere la mascherina in classe soprattutto se tra i banchi è previsto il distanziamento . Come suggerisce, oltre che la medicina il buonsenso, ci sono precauzioni e prevenzioni importanti di tenere e da considerare sempre obbligatorie, ma ci sono anche eccessi nei quali non cadere.  In linea di massima non è del tutto chiaro come funzionerà il primo giorno di scuola e i giorni successivi (perché gli inconvenienti si sgraneranno come i grani di un rosario, per forza di cose).

E’ certo che le strutture ospedaliere saranno efficienti appena messe in moto. Ma i dubbi, per forza di cose, sorgono per quando, come e in che modo emergeranno gli inconvenienti. Infatti non è ancora del tutto chiaro se tutti gli istituti di ogni ordine e grado saranno in grado di accogliere gli studenti secondo le regole generali (a cominciare dal tipo di banchi e dalle distanze). Inoltre non è ancora definito se ci sarà tutto il personale necessario in piena disponibilità: discorso che vale per insegnanti, ausiliari, bidelli, addetti alla sanità e persino medici scolastici. Infatti, per quel che riguarda in particolare gli insegnanti, non sono ancora definiti i numeri di quelli disponibili e di quelli di cui invece si avrebbe reale bisogno.

I sindacati contestano in queste ore anche i criteri di valutazione delle graduatorie. Il che fa pensare, data la lentezza burocratica degli uffici della pubblica istruzione, che la sistemazione dei docenti e del personale di supporto, sarà “quasi” definitiva (o quasi) sono dopo la metà di ottobre. Per non parlare poi della predisposizione di concorsi per entrare in ruolo. Anche in questi casi ci saranno tempi infiniti.

Inutile farsi delle illusioni, sulla base di quanto accaduto in passato e anche per gli eccessi di confusione legislativa in proposito. In passato esami e graduatorie sono come torrenti ingrossati che nessuno a mai voluto far defluire, anche per le continue crisi governative e per la diversità di strategie dei ministri, sorretti da una burocrazia sempre più con il piede sul freno. Procediamo quindi a spanne, nella speranza che i proclami e gli annunci del governo e delle regioni si avvicinino il più possibile al raggiungimento di risultati concreti. Ma ci vorranno settimane, se non mesi per avvinarsi all’obiettivo sperato. Ma è meno peggio così piuttosto che fermarsi nel sogno d’una perfezione che non c’è e che non ci può essere.