Teatro Carlo Felice, applausi per la prima italiana di "Béatrice et Bénédict"

di Redazione

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Presente anche il governatore della Liguria Toti: "È veramente bello vedere una Genova in continuo fermento"

Teatro Carlo Felice, applausi per la prima italiana di "Béatrice et Bénédict"

Applausi per il debutto italiano di "Béatrice et Bénédict" di Hector Berlioz. L'opera, composta nel 1862 non era mai stata rappresentata in Italia ed è stata scelta per aprire la stagione operistica del teatro Carlo Felice di Genova. Presentata in un allestimento ideato dal regista Damiano Michieletto per il Teatro di Lione, causa Covid, si era arenata alla prova generale. Composta nel 1862, "Béatrice et Bénédict", in forma di opéra-comique (dunque con le parti musicali alternate alla recitazione in prosa) si basa su un libretto che lo stesso Berlioz ricavò dal testo di Shakespeare "Molto rumore per nulla". Proprio il libretto è la parte più debole del lavoro per la sua frammentarietà che rende la narrazione alquanto confusa. Sul piano musicale ci sono tuttavia alcune pagine di indiscutibile interesse (in primis l'Ouverture, ma anche il coro delicato del primo atto), che l'attenta direzione di Donato Renzetti ha saputo evidenziare con intelligenza, in un buon equilibrio fra buca e palcoscenico.

La lettura del regista Damiano Michieletto ha giocato sulla contrapposizione fra l'amore convenzionale di Hero e Claudio e quello passionale e istintivo di Bèatrice e Bénédict. La scena disegnata da Paolo Fantin è una grande scatola bianca affollata di microfoni che il personaggio Somarone (inventato da Berlioz) utilizza per documentare i sentimenti dei singoli protagonisti. Nel secondo atto, il pubblico assiste a una scena del tutto diversa: Beatrice e Benedict, liberi di amarsi al di fuori delle regole, si troveranno nel paradiso terrestre fra animali (la scimmia già apparsa in precedenza a simboleggiare la libertà e l'istintività) e le nudità di Adamo ed Eva. Libertà di breve durata: una rete distruggerà il paradiso imprigionando i suoi abitanti, costretti in pratica a piegarsi alle rigide convenzioni sociali. 

Anche il presidente della Liguria Giovanni Toti ha preso parte alla prima del Carlo Felice: "È veramente bello vedere una Genova in continuo fermento. La grande partecipazione alla prima di questa sera al Carlo Felice è il segno evidente, non solo che i cittadini hanno voglia di tornare a vivere dopo le restrizioni di questi ultimi anni, ma anche che la cultura è un volano fondamentale per il nostro territorio, capace di attrarre con una offerta culturale sempre più variegata e di altissimo livello. Abbiamo sostenuto e continueremo a farlo l'arte in tutte le sue forme e questo ci ha permesso di goderci una serata fantastica davanti a uno spettacolo emozionante"