Striscione fascista, Toti: "Non bisogna dare spazio a revisionismi osceni"

di Redazione

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Il presidente della Regione Liguria: "La Liberazione è la festa fondativa per tutti"

Striscione fascista, Toti: "Non bisogna dare spazio a revisionismi osceni"
"Non bisogna dare nessuno spazio ai revisionismi come quelli osceni e assurdi che abbiamo visto ieri a Milano". Lo ha detto il governatore della Liguria Giovanni Toti nel discorso alla festa per la Liberazione a Genova. "La Liberazione è la festa fondativa per tutti - ha aggiunto Toti - e ancora oggi ci unisce, come ha unito il grande movimento che ha liberato il Paese. E' stata combattuta da chi voleva una condivisione pacifica delle idee e ha unito le persone più diverse, gli operai e i contadini, i militari italiani di Cefalonia e i soldati americani, i partigiani e tanti italiani di idee politiche diverse. Qualcuno più bravo di me a scrivere ha detto che la libertà è partecipazione e Genova dimostra di esserci sempre, oggi, unita dopo la tragedia del ponte, come allora" ha detto ancora il governatore". "E' bello essere qui oggi in questa piazza, persone con ricordi diversi, storie diverse, mestieri diversi, fedi diverse ma tutti uniti come unito fu quel grande movimento di Liberazione che oggi ricordiamo e celebriamo. Credo che sia esattamente questo lo spirito della Resistenza: unire una nazione" ha detto ancora Toti. "E' questo lo spirito del 25 aprile, uno spirito che deve vederci tutti uniti, senza gli assurdi e osceni revisionismi che ho visto in scena ieri a Milano e di cui stamani si è parlato sui giornali e senza quelle strumentalizzazioni da parte di pochi che troppo spesso hanno diviso i tanti". "Nella storia dell'uomo ci sono stati tanti conflitti dolorosi - ha continuato il governatore - ma questo è particolare ed è per questo che siamo in tanti a celebrarlo oggi, ricordandoci anche il valore, l'onore e la responsabilità che questa città porta sulle spalle. Ci sono state tante guerre nella storia dell'uomo ma questa è particolare, perché da un lato combatteva chi voleva imporre la propria idea al continente e al mondo, dall'altro combattevano persone diverse che volevano che questo mondo fosse pieno di idee, anche diverse tra loro, ma che potevano convivere pacificamente. Una storia che ha unito persone molto diverse: nell'ora più buia ha unito gli operai di Genova che liberavano i loro stabilimenti con un primo ministro inglese che seppe promettere lacrime, sudore e sangue, ha unito i militari di Cefalonia e i soldati americani che sbarcavano in Sicilia, ha unito i partigiani sulle montagne e chi li nascondeva nelle proprie case rischiando la vita". "Credo che questo sia il miglior modo - ha concluso il presidente - per ricordare quel momento: spero che questa davvero possa diventare per tutti la festa fondativa di una nazione e sono contento che siamo qui oggi tutti insieme perché, come ha detto qualcuno più bravo di me con le parole e la musica, la libertà non è stare sopra un albero, ma è partecipazione e Genova ha dimostrato col ponte Morandi che c'è ed è viva. W la Liberta!".