Savona: nasce il "Giardino dei Giusti", tra i nomi anche Gino Bartali che salvò molti ebrei dalla deportazione

di Redazione

1 min, 31 sec

Il campione toscano è ricordato anche a Gerusalemme tra i "Giusti delle nazioni", amava ripetere "Il bene si fa e non si dice"

Savona: nasce il "Giardino dei Giusti", tra i nomi anche Gino Bartali che salvò molti ebrei dalla deportazione

A Savona nasce il 'giardino dei giusti', un luogo simbolico della città dedicato alla memoria di figure esemplari di resistenza morale di ogni parte della Terra. Lo annuncia il sindaco di Savona Marco Russo spiegando che il progetto è stato ideato da Libera Savona che, aderendo alla fondazione 'Gariwo' (Garden of the Righteous Worldwide) di Milano, ha voluto diffondere il messaggio dei 'giusti dell'umanità', "persone comuni che senza preoccuparsi delle conseguenze e dei rischi hanno fatto scelte controcorrente in ogni angolo del mondo per prevenire il male, contrastare l'indifferenza, difendere la vita, i diritti umani, le libertà".

Sono 30 i 'giusti' scelti direttamente e liberamente dalle scuole e dalle associazioni savonesi, con le relative motivazioni, tra di loro ci sono la nuotatrice siriana Yusra Mardini, il ciclista Gino Bartali, di profonda fede cattolica, che durante la guerra salvò molti ebrei dalla deportazione e per questo è ricordato allo Yad Vashem a Gerusalemme (nella foto), amava dire "Il bene si fa e non si dice"; il bambino operaio e attivista pakistano Iqbal Masih, il magistrato Rocco Chinnici, l'attivista Felicia Impastato e suo figlio Peppino Impastato ucciso da Cosa Nostra nel 1978, lo psichiatra Franco Basaglia, don Lorenzo Milani, il presbitero russo Pavel Aleksandrovic Florenskij, il commerciante Giorgio Perlasca, il medico Carlo Angela.

Alla cerimonia di inaugurazione il 6 marzo alle 10.30 presso i giardini del Prolungamento lungo la passeggiata Walter Tobagi parteciperà don Luigi Ciotti. "Il 'Giardino dei Giusti' sarà un luogo di riflessione e di incontro, - spiega Russo - un luogo in cui sviluppare la cultura del bene collettivo, perché gli orrori e le sofferenze nate dall'intolleranza, dalla sopraffazione e dall'ingiustizia non si ripetano più. Sarà il segno di una città che si ispira ai valori di giustizia e solidarietà, e valorizza i testimoni che tengono vivi questi valori e indicano una strada che tutti noi dobbiamo percorrere".