Sampdoria, l'obiettivo è salvare il salvabile

di Maurizio Michieli

2 min, 58 sec

Infortuni, squalifiche, risultati negativi, inchiesta: squadra e società di nuovo nel bunker

Sampdoria, l'obiettivo è salvare il salvabile

Falliti i "set ball" casalinghi di fine anno con Feralpi e Bari - che avrebbero potuto rilanciare le ambizioni di classifica - e inaugurato il 2024 con una nuova sequenza di infortuni e squalifiche di big (Esposito, Kasami, Benedetti), con la rovinosa sconfitta di Venezia e il mercato bloccato, la Sampdoria si ritrova di nuovo nel bunker a otto mesi di distanza dal maggio più caldo della sua storia. E' ritornato il momento di serrare le fila, asseragliarsi in trincea allo scopo di portare a casa l'unico obiettivo che conta: salvare il salvabile. Ovvero la categoria, quella serie B così preziosa da essere stata meritoriamente garantita dalla coraggiosa operazione di primavera firmata Radrizzani-Manfredi. Che, da quell'euforica fase in poi, ha visto l'avvicendarsi al comando dei due "soci" e successivamente una fase di stallo oggettivo. "Vorrei ma non posso", sembra sussurrare Matteo Manfredi quando parla della Sampdoria. E si tratta di una posizione comprensibilmente verosimile.

Intanto, perchè i nuovi proprietari hanno trovato una situazione finanziaria più complicata rispetto a quella che era emersa in sede di una pur accurata due diligence, tant'è che si parla della necessità di iniettare altri 20 milioni oltre a quelli già messi per consolidare la continuità aziendale. Poi, perché l'inchiesta della Procura di Genova sulla gestione societaria dal 2018 al 2023 rappresenta una spada di Damocle sia per Manfredi che per nuovi, potenziali investitori: mettere soldi in un'azienda sotto investigazione da parte della magistratura ordinaria per malversazioni varie è un rischio troppo grande per chiunque. Da qui nascono la prudenza e l'attendismo, il rinvio di mosse come la convocazione dell'assemblea, la nomina di una nuovo cda, una rinnovata distribuzione della cariche. Insomma, la Sampdoria è ancora un cantiere aperto. E non per colpa di tizio o caio, ma per il pesante fardello che continua a portarsi dietro in eredità dal passato.

La squadra per un momento aveva dato l'impressione di poter trainare la rinascita, ma alla lunga i nodi stanno venendo al pettine. I tanti infortuni non sono casuali bensì il frutto di un mercato di necessità. Esposito è arrivato alla Samp già malandato, per non dire di Ricci, lo svincolato Kasami era reduce da un periodo di inattività, Vieira è... Vieira ovvero un mese sì e due no da quando mise piede in Italia. E si potrebbe continuare citando i lungodegenti. E tralasciando gli aspetti tecnici (tre terzini sinistri e appena due centrali di 20 anni), l'assenza di un bomber etc etc. Si tratterebbe di un mero esercizio accademico, mentre la Sampdoria ora ha bisogno di tanta sostanza.

Ecco perché occorre essere realisti, accantonare i sogni e concentrarsi solo sul presente. Senza isterismi. Lo devono fare la società (Manfredi lo sta già attuando, da tempo non parla più di investitori bensì di "progetto ambizioso che richiede tempo") e la squadra, indossando l'elmetto e rosicchiando punti qua e là per evitare di trovarsi in acque insicure e pericolose per un ambiente non abituato a certe situazioni. Pirlo deve attingere di nuovo al serbatoio del pragmatismo, i calciatori hanno l'obbligo di abbandonare i colpi di testa (gli errori disciplinari di Kasami e Benedetti, l'assurda foga di Ricci in laguna stanno costando parecchio). Solo così si può sperare di mettere in sicurezza la stagione, l'unica cosa che conta allo stato attuale. Perché il contrario sarebbe solo uno stillicidio e si tradurrebbe in un disastro di proporzioni incalcolabili. L'ambiente blucerchiato, già provato da mesi di sofferenze, non può permetterselo. E non lo merita.