Sampdoria, grandi manovre in campo e fuori

di Maurizio Michieli

4 min, 51 sec

In tribuna i fratelli danesi Reedtz, amici personali di Manfredi. A Singapore al lavoro Mark Chew di Morgan Stanley

Sampdoria, grandi manovre in campo e fuori

La vittoria sul Cosenza - la prima in campionato al "Ferraris", l'ultima risaliva addirittura al marzo scorso in serie A con il Verona - ha rinsaldato la panchina di Andrea Pirlo. E questa, al di là dei tre punti, è una buona notizia per la Sampdoria, perché quando un nuovo ciclo si apre e si interrompe subito con l'esonero dell'allenatore è una sconfitta per tutti, non solo per il tecnico: per la società e i dirigenti che lo hanno scelto, per i calciatori principali protagonisti sul terreno di gioco e per l'ambiente in generale.

Inoltre, i cattivi risultati sin qui ottenuti dalla squadra non possono interamente ricadere sulle spalle di Pirlo: errori di costruzione dell'organico in estate (al di là dei paletti da rispettare, qualcuno era evitabile), infortuni a raffica, peccati di gioventù di cui Stankovic è diventato l'emblema alternando grandi cose ad altrettante cadute (fa parte del processo di crescita), sono elementi sotto gli occhi di tutti. Pirlo sicuramente ci ha messo del suo proponendo dall'inizio un modello di gioco troppo votato all'offensiva senza possedere le armi giuste per realizzarlo: una difesa solida (in rosa dopo l'infortunio di Alex Ferrari sono rimasti due centrali di 20 anni e un terzino sinistro "riciclato", ora ai box pure lui), un centrocampo muscolare, da serie B e un centravanti in grado di fare spazio agli esterni e di far respirare i compagni quando necessario.

Ma lo stesso Pirlo - a cui è stato toccato il tempo, si dice così - ha dimostrato intelligenza calcistica rinunciando in parte al proprio mantra per adattarsi alla criticità della situazione e della categoria, proponendo una Sampdoria meno intraprendente e un po' più concreta. Con il Venezia la Samp aveva giocato benissimo per 70 minuti e poi aveva perso la gara. Con il Cosenza ha gestito il pallone, sofferto in qualche momento e sfruttato i guizzi che elementi di talento come Verre e Borini in serie B sono certamente in grado di tirare fuori dal cilindro. Risultato: gioco, partita, incontro. Senza con ciò omettere che la prestazione è stata tutt'altro che scintillante, ma proprio qui sta il punto: ora è il momento di badare al sodo.

Già, perché se la squadra riuscirà a trovare un pizzico di continuità (già a cominciare da sabato a Bolzano), togliendosi dalla zona rossa della classifica per assestarsi al centro, lo scenario a gennaio potrebbe mutare. La presenza allo stadio di un pool di potenziali investitori portati da Matteo Manfredi - supportato in quel di Singapore da Mark Chew di Morgan Stanley - ha una duplice valenza: la prima è certificare che adesso è lui, l'amministratore di Gestio Capital, il deus ex machina della Sampdoria, mentre Andrea Radrizzani è, per così dire, socio sostenitore del progetto, avendo fatto confluire nella Multi-Family Office che attraverso la Blucerchiati Spa controlla la Sampdoria parte delle sue risorse.

La seconda che la società blucerchiata mantiene comunque un forte potere attrattivo, grazie alla sua storia, all'immagine fantastica che ne tramandano i tifosi (da brividi la coreografia dedicata a Paolo Mantovani, applaudita persino dai rivali cosentini) e, ultima ma non ultima per importanza, l'omologa del Tribunale delle Imprese all'accordo di ristrutturazione del debito, che ora pone la Samp a un livello di indebitamento di lungo periodo inferiore a quello di moltissime altre concorrenti dei campionati professionistici italiani.

In tribuna, tra gli altri, c'erano anche i fratelli danesi Alexander e Christoffer Reedtz, 40 anni, fondatori dell'azienda di analisi e dati calcistici “Football radar” e proprietari del Notts County, retrocesso nella National League. Più che potenziali investitori, sono amici personali di Matteo Manfredi, comunque appassionati di calcio. In passato, quando ancora c'era Ferrero di mezzo, un rilevante gruppo danese si era fatto avanti per la Sampdoria ma dopo la fase iniziale della due diligence aveva rinunciato. Gli era stato proposto l'Empoli, ma l'obiettivo era la Samp e non è escluso che lo stesso gruppo possa tornare a chiedere informazioni.

Negli ultimi tempi Manfredi e Gestio Capital hanno investito, con risultati eccellenti, nella cosiddetta new economy, in particolare nel settore dell'intelligenza artificiale, "rastrellando" risorse e accreditandosi sui mercato internazionali. Il prossimo passo sarà la patrimonializzazione del club, spolpato (per necessità) dalle ultine sessioni di mercato. Con il Cosenza è scattato l'obbligo di riscatto per Pedrola, che dovrà essere pagato dalla Sampdoria tre milioni, salvo che poi il Barcellona non lo controriscatti a quattro. E se deciderà di lasciarlo alla Samp, avrà comunque una congrua percentuale sulla futura rivendita del gioiellino spagnolo.

Per portare avanti i suoi programmi da sabato Matteo Manfredi avrà accanto a sé al "Druso", come consulente, un portavoce ad hoc che avrà il compito di veicolare la comunicazione societaria, ritenuta strategica. Si tratta di una "vecchia conoscenza" della Sampdoria, che ha maturato esperienze significative anche altrove e il cui nome sarà ufficializzato a breve. Il suo ruolo non interferirà con quello dello staff guidato a interim da Federico Berlinghieri, che continuerà ad avere in capo la gestione delle relazioni esterne sul piano tecnico-sportivo. 

E' l'ora delle grandi manovre, insomma, che se condotte in porto potrebbero consentire alla Sampdoria anche di pianificare un mercato di gennaio, per quanto all'interno dei paletti delle Norme Federali, di correzione e potenziamento della squadra in virtù dell'ingresso di nuovi investitori, sull'arrivo dei quali da Corte Lambruschini filtrano fiducia e ottimismo.

Quella di domenica con il Cosenza in tal senso è stata una giornata perfetta. Ecco perché Pirlo e i suoi giocatori devono evitare di sprofondare in classifica e hanno l'obbligo, arrangiandosi con il mestiere, di mantenersi in linea di galleggiamento. Senza voli pindarici, ma il vorace campionato di serie B risucchia in basso e con altrettanta velocità può "sputare" verso l'alto.