Processo Ponte Morandi, rinviati a giudizio tutti i 59 indagati: il 7 luglio il via al processo

di Marco Innocenti

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Accolta la richiesta di patteggiamento di Autostrade e della controllata Spea: le due società pagheranno 29 milioni di euro

Processo Ponte Morandi, rinviati a giudizio tutti i 59 indagati: il 7 luglio il via al processo

Il giudice per l'udienza preliminare di Genova Paola Faggioni ha accolto il patteggiamento di Autostrade e di Spea, l'ex controllata che si occupava delle manutenzioni, al termine dell'udienza preliminare per il crollo del Ponte Morandi. La procura aveva dato parere favorevole e oggi la gup Faggioni ha disposto la confisca dei 29 milioni pattuiti. La gup Faggioni ha anche respinto le eccezioni avanzate sui due incidenti probatori, confermandone quindi la validità a pieno titolo.

Intorno alle 14 arriva anche la decisione più importante: tutti i 59 indagati sono rinviati a giudizio.  Tra questi figurano anche l'ex amministratore delegato di Aspi, Giovanni Castellucci, l'ex direttore delle operazioni centrali di Aspi Paolo Berti e Michele Donferri Mitelli, ex direttore delle manutenzioni della stessa società, aoktre all'ex ad di Spea Antonino Galatà e vari dirigenti del ministero delle Infrastrutture e funzionari del Provveditorato delle opere pubbliche.

Le accuse per i 59 imputati vanno dall'omicidio colposo plurimo all'omicidio stradale, dall'omissione d'atti d'ufficio all'attentato alla sicurezza dei trasporti, dal falso all'omissione dolosa di dispositivi di sicurezza sui luoghi di lavoro.

La prima udienza del processo per il crollo di Ponte Morandi è stata fissata per giovedì 7 luglio

"Il rinvio a giudizio è la prima risposta giudiziaria. È un processo fuori dal comune anche per la situazione drammatica che ne è conseguita. Dopo tre anni possiamo dire che siamo solo all'inizio, ma è un inizio ben costruito, con radici ben solide. Vediamo come crescerà ma la pianta è ben impiantata nel terreno". Così il procuratore capo facente funzioni Francesco Pinto dopo i rinvii a giudizio. "Nulla restituirà le vittime ai familiari. Ma il cambio di passo nella gestione da parte della società quanto meno ci dice che il sacrificio non è stato invano. Oggi c'è il riconoscimento - conclude Pinto - di un buon lavoro fatto fino ad ora dalla procura di Genova".