Pandemia: meglio il rigore per limitare i rischi

di Paolo Lingua

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Pandemia: meglio il rigore per limitare i rischi

Non ha torto il prof. Bassetti, che è uno dei maggiori addetti ai lavori, quando suggerisce di bloccare l’accesso ai non vaccinati in cinema , teatri, balere, discoteche e persino ristoranti. E’ ormai ovvio che la mancanza di vaccino fa del soggetto in causa un elemento di comunicazione dell’infezione e del contagio. Gli assembramenti – ormai è ampiamente dimostrato – nel giro di pochi giorni sviluppano nuclei di infezione ai quali è di fatto impossibile ogni forma di blocco. Abbiamo avuti piccoli episodi a Genova e in Liguria, dove la ripresa della pandemia è per il momento limitata e sotto controllo anche se aumentano lievemente i ricoveri e il numero dei contagiati. Molto più  pesante la situazione di Trieste dove le manifestazioni dei “no vax” e dei “no pass”  ha dato luogo a una diffusione assai più preoccupante dei contagi.

Al punto tale che l’area della Venezia Giulia rischia di passare in zona gialla. Di qui la decisione del sindaco del capoluogo giuliano di vietare cortei e manifestazioni. Le proteste e i cortei che hanno puntato a bloccare l’attività portuale, oltre che provocare danni economici, sono stati l’evidente epicentro di diffusione del virus. Una situazione che ha avuto conseguenze in tutta Italia e, proprio a Genova, nei giorni scorsi, i portuali non sono scesi in piazza accanto ai manifestanti, dimostrando estremo buonsenso. Arrivati a questo punto, considerato che la situazione anche nel resto dell’Europa è variabile, appare evidente che la soluzione migliore per limitare e ridurre lo spazio del virus è la vaccinazione, si è aperta ormai la strada sia per la cosiddetta “terza dose” per i settori più delicati e strategici, ma anche per gli “over 50” e per quelli che hanno avuto il vaccino monodose (sono pronte le dosi del vaccino “sicuro” Moderna). La prevenzione è la strategia vincente, secondo tutti i vertici operativi e scientifici del settore sanitario.

Di qui la decisione, che è quasi definitiva, di prolungare la disciplina di controllo dei locali chiusi (sport, spettacoli, ristoranti, ecc.) sino a marzo con l’obbligo del “green pass” sino al prossimo giugno.  L’accesso di permissività, sino a questo momento, non ha pagato mai in nessuna parte del mondo. Non solo: proprio in questi giorni ha destato una forte impressione il folle assembramento nei pressi di Torino, con l’arrivo da tutta di migliaia di giorni per un assurdo rave. Si può anche capire che le forze dell’ordine non abbiano voluto calcare la mano nella repressione, ma il quadro emerso è agghiacciante e assurdo. Una radiografia d’una comune follia considerato che nel capannone abbandonato ci sono stati malesseri , malori e ricoveri dovuti all’alcool e alla droga. Sicuramente, entro meno di dieci giorni, dell’assembramento assurdo avremo le conseguenze negative. Forse, però, occorrerebbe maggiore prevenzione e maggiore capacità di limitazione da parte delle forze dell’ordine e anche un miglior sistema informativo, considerato che questi assembramenti sono costituiti in gran parte da stranieri e che, anche nei paesi vicini, si verificano eventi simili.

C’è, insomma, una reta che è certamente controllabile. In sintesi ci aspettano ancora più di sei mesi di vita parzialmente sotto controllo con la crescita dei vaccini e il mantenimento dei “green pass” che hanno costituito un molla determinante all’incremento della vaccinazione. Una parte del pop9olo “no vax” di fronte al rischio de porto di lavoro e alla perdita della retribuzione si è piegata al vaccino. Occorre insistere anche perché ormai le argomentazioni dei “no vax” appaiono sempre di più campate in aria e lontane milioni di miglia dalla scientificità e dalla logica. Senza contare che delle loro azioni di protesta stanno approfittando, anarchici, alternativi e neofascisti alla ricerca di spazi politici impossibili.