Le contraddizioni del governo

di Paolo Lingua

3 min, 35 sec
Le contraddizioni del governo

Sono in corso i confronti tra Italia Viva e Giuseppe Conte, ma ormai si è capito che , al di là dei confronti anche apparentemente duri in atto, non ci sarà la crisi di governo e sarà difficile anche arrivare a una sorta di rimpasto con sostituzione di ministri e di sottosegretari. Sarebbe una transazione da prima repubblica, ma per agire in questo contesto occorrerebbe avere una capacità di trattativa di alto livello e di abile e sofisticata capacità operativa. Ma i protagonisti non hanno la sagacia di mediazione dell’era andreottiana, Potrebbe finire, lo vedremo al giro di boa dell’Epifania, in niente. Anche perché l’interlocutore che in questo momento appare più aggressivo, vale a dire Matteo Renzi,  è un leader che avrebbe i danni maggiori da un ritorno alle urne, perché, sulla base dei sondaggi, rischierebbe di uscire addirittura dal parlamento. Renzi in parole povere tira la corda per vedere quanto può recuperare senza arrivare alla rottura. Ma è una politica che tutte le forze che sostengono il governo attuale stanno sperimentando, sapendo che nessuno vuole arrivare alla rottura definitiva. E’ stato già valutato dagli addetti ai lavori: Leu e i renziani rischierebbero di sparire, i grillini perderebbero i tre quarti dei loro parlamentari e il Pd, forse l’unico partito della sinistra che non retrocederebbe, andrebbe all’opposizione. Per questo restano in forse tutti i temi suoi quali non c’è accordo, a partire dalle strategie da mettere in campo per i finanziamenti europei del Recovery Fund sino alla eterna disputa sul Mes che non si smuove per il no a testa bassa da parte del M5s.

Sino a che punto sarà possibile tirare la corda d’un governo i cui sostenitori non hanno molti punti di accordo? E’ difficile poter avanzare un pronostico. La sensazione, come si è accennato prima, è che tutti tendano a tirar  il metaforico lenzuolo dalla proprio parte senza arrivare allo strappo definitivo. Ognuno punta agli appuntamenti di “prova generale” evitando la rottura: elezioni amministrative, elezioni del presidente della repubblica  al fine di arrivare alla fine della legislatura nella primavera del 2023. Ma i partiti in corsa ce la faranno a reggere per i prossimi tre anni? Non sarà facile, perché, come è stato già osservato da più parti, la difficile situazione generale legata alla diffusione, ancora molto forte, del Covid per molti aspetti blocca una crisi istituzionale perché non sarebbe facile trovare precise e robuste alternative (anche il centrodestra non è privo di problematiche interne) all’attuale sistema di alleanze. Nel caso che non accada nulla ai vertici dell’esecutivo, già sarà un problema trovare un successore di Mattarella credibile e forte. Tutti, a ogni prospettiva (governo e presidenza della repubblica) parlano di Draghi che però, prudente e cauto, si svicola, sino a questo momento, perchè non vuole finire nella palude dell’ingovernabilità. In realtà  nessuno dei protagonisti dell’attuale gestione del governo ha le idee chiare: non si riesce a mettere a fuoco i contenuti del progetto del Recovery Fund e non si è per ora in grado di superare  il no a testa bassa del M5s alla possibilità di agganciare i miliardi del Mes per il rilancio del sistema sanitario e ospedaliero in Italia. 

Al tempo stesso nessuno, come si è detto prima, per interessi di partito vuole la crisi di governo in un periodo dove, anche per il problema degli assembramenti, vorrebbe in primavere una campagna elettorale che potrebbe portare a una vittoria di un centrodestra  a sua volta coinvolto in critiche e differenziazioni più forti di quanto non possa apparire. La speranza è che, se funzionerà la distribuzione dei vaccini, prospettiva ancora poco chiara,  si potrà, tra l’estate e  l’autunno, intravvedere un possibile ritorno verso la normalità. Quando appunto avreanno0 un concretezza maggiore le dispute di politica “tradizionale” e dove avranno un senso le profonde diversità tra partiti e schieramenti. Tutto il resto, ora e nei prossimi mesi, sarà solo un abbaiare senza mordere.