La confusione tra i partiti di governo
di Paolo Lingua
C’è da sempre in Italia una verità politica che tutti sanno ma che nessuno vuole confessare. Con l’eccezione dei partiti di centrodestra (ma che oggi a loro volta sono percorsi da brividi di inquietudine), i movimenti che hanno deciso di sostenere il “Conte bis” hanno poco, se non nulla in certi aspetti, in comune. Italia Viva è il movimento “personale” di un Matteo Renzi che ha visto sempre di più assottigliare il suo consenso, dopo aver sfiorato la leadership: a questo punto cerca pressioni, minacce e posizioni di potere, ma è il primo partito a temere il voto per il rinnovo del parlamento perché rischierebbe di sparire. Il Pd ha “afferrato” l’entrata nel governo dopo la spaccatura tra il M5s e la Lega, nella preoccupazione di dover restare confinato per anni all’opposizione. I grillini, che a loro volta sarebbero travolti dalle elezioni (dopo aver voluto a tutti i costi la riduzione del numero dei parlamentari che si ritorcerà contro di loro), vogliono restare a tutti i costi nell’esecutivo. Infine, l’estrema sinistra, che rischia l’estinzione, s’è afferrata al governo come a una tavola dopo un naufragio.
Adesso, una sorta di nervosismo pervade tutte le componenti. Renzi è certamente pressato da gruppi economici pesantemente danneggiati dai blocchi della pandemia e va alla ricerca di consensi che per ora non ha. Il Pd è in stato di riflessione su una profonda delusione interna, perché i compromessi sinora conclusi con il M5s lo hanno danneggiato e non aiutato a risalire. I grillini, reduci da una serie di sconfitte elettorali e con una pesante crisi interna, si affannano oscillando tra la difesa dell’esecutivo in chiave “costruttiva” e la spinta verso le vecchie bandiere sollevate al momento del loro primo decollo. Adesso bisogna scegliere, nella battaglia sulla pandemia, tra la pressione (del mondo economico e imprenditoriale) che punta ad allargare le maglie delle restrizioni e, invece, l’istanza a essere più severi e rigorosi per evitare nuove ondate di infezioni nella prossima primavera, proprio quando decolleranno le nuove campagna elettorali amministrative, ennesimo banco di prova dei rapporti di forza tra i partiti. Non solo: si capisce, sia pure in uno stato di confusa comunicazione dei vertici politici e amministrativi. Che ci sono forti contrasti su come impiegare i futuri fondi (ma quando arriveranno? E come? Anche questo non è facile da capire) lo si capisce dai continui rinvii e dal complicato rapporto sia all’interno del governo sia nei rapporti con l’Europa. Ma si capisce anche che mergeranno posizioni e strategie differenti al momento delle scelte di fondo che non sono affatto omologhe tra Italia Viva, Pd e M5s. Accanto ai contrasti sulle scelte, emerge anche un contraddittoria istanza per un rimpasto di governo, con il M5s che vorrebbe in alternativa il ministero dell’Interno o quello della Difesa, scelta che non vede d’accordo il Pd, mentre i renziani minacciano di uscire dal governo entro la fine di dicembre. Ma la minaccia renziana non porterà, per i motivi sopraesposti, alle elezioni, a meno che la situazione non ruzzoli verso condizioni generali non recuperabili: una situazione per la quale il presidente della repubblica Sergio Mattarella non nasconde le sue preoccupazioni.
In effetti, andare alle elezioni politiche entro l’estate, mentre il Covid-19 infuria su tutto il Paese, è certamente preoccupante sotto tutti i punti di vista. Ma come sarà possibile allora, per evitare di andare alle urne, tra l’altro senza legge elettorale e senza normative che equilibrino i taglio secco dei parlamentari? Come si costruirà una mediazione accettabile e costruttiva senza cadere negli errori dei compromessi del passato più recente? Il premier Conte sarà in grado di reggere una mediazione così complicata? Perché è evidente che tutte le forze cercheranno di tirare il “lenzuolo” dalla propria parte con la massima energia, evitando, se possibile, di squarciarlo. Ma oggi i dirigenti dei partiti hanno le capacità mediatrici e intellettuali dei protagonisti della “prima repubblica” a tirare la corda della trattiva senza spezzarla? E’ la domanda-chiave che tutti si pongono. Anche questo rende molto particolari e da fibrillazione le feste di Natale e di Capodanno che ci aspettano.
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