La Cassazione annulla la condanna a Berneschi: il processo è da rifare

di Redazione

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"Incompetenza territoriale". Si ripartirà da Milano

La Cassazione annulla la condanna a Berneschi: il processo è da rifare

Si riparte da zero. Giovanni Berneschi, ex presidente di Banca Carige ed ex vice presidente dell'Associazione bancaria italiana dovrà essere processato a Milano. E potrebbe essere salvato dalla prescrizione. La clamorosa svolta sulla pagina buia della banca genovese, quella sulla maxi truffa da 22 milioni di euro ai danni del ramo assicurativo Carige Vita Nuova, arriva dalla Cassazione, che ha annullato la sentenza di condanna di secondo grado. In appello a Genova, Berneschi era stato condannato a otto anni e sette mesi, cinque mesi in più rispetto al primo grado. Ma in tutti questi anni, i legali avevano sollevato la questione di incompetenza territoriale. Se reato c'è stato, hanno sempre sostenuto, il più grave, ovvero il riciclaggio, sarebbe stato commesso a Milano. Istanze sempre respinte che però adesso gli Ermellini hanno fatto proprie. E così, la procura del capoluogo lombardo dovrà ricominciare dall'udienza preliminare. Con tempi che non saranno di certo brevi.

Il processo dovrà ripartire anche per Ferdinando Menconi (otto anni e sei mesi), per il commercialista Andrea Vallebuona (sei anni e un mese). E, ancora, l'imprenditore Sandro Maria Calloni (nove anni e sette mesi) e l'imprenditore Ernesto Cavallini (otto anni e sei mesi). I reati contestati a vario titolo includono l'associazione a delinquere finalizzata alla truffa, il riciclaggio e il falso. La nuora di Berneschi, Francesca Amisano aveva già patteggiato la pena a 2 anni e 3 mesi oltre alla confisca di beni per un totale di 1,3 mln di euro.

Secondo le accuse mosse dalla guardia di finanza, Berneschi e Menconi avevano fatto acquistare al ramo assicurativo della banca immobili e quote societarie da imprenditori compiacenti a prezzi gonfiati, tramite perizie artefatte, per reinvestire le plusvalenze all'estero, in Svizzera in particolare, attraverso società schermo. La truffa avrebbe fruttato a Berneschi e agli altri imputati circa 22 milioni. Lui, il 'padre-padrone', si era sempre difeso dicendo di avere agito nell'interesse della banca e dei genovesi.