L'ultimo addio a Paolo Scerni, il cordoglio di Telenord

di Paolo Lingua

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Nella chiesa di San Francesco d’Albaro una folla commossa di parenti e amici ha dato l’ultimo saluto al 46enne vittima di un incidente in autostrada

L'ultimo addio a Paolo Scerni, il cordoglio di Telenord

Oggi pomeriggio nella chiesa di San Francesco d’Albaro una folla commossa di parenti e amici ha dato l’ultimo saluto a Paolo Scerni che ha perduto la vita in un assurdo incidente sulla tormentata autostrada A 26. A soli 46 anni la sua è una esistenza strappata ingiustamente dalla malasorte e per di più senza nessuna sua colpa per il tragico l’incidente. Ora Paolo Scerni spinto da un vento leggero scivola nella sua ultima regata verso un luminoso orizzonte. E nel suo ricordo si è conclusa oggi, presso lo Yacht Club l’edizione del “Genova Sailing Week”. Ma tutti coloro che lo hanno conosciuto, stimato e amato non lo dimenticheranno mai. Paolo Scerni era un imprenditore e manager capace e attento. Aveva sempre dato ottimi risultati negli studi e nel lavoro. Si portava dietro, metaforicamente, una storia familiare di oltre un secolo e mezzo. Una “great family” di imprenditori del settore marittimo e di operatori di alto livello intellettuale. Nella sua famiglia, oltre al settore imprenditoriale c’erano anche brillanti studiosi come un prozio cattedratico di diritto internazionale, un’eccellenza dell’Università di Genova. Suo padre Gianni, attivo e in prima linea nell’impresa familiare, è stato sempre in prima fila anche nella vita pubblica. Presidente della Camera di Commercio di Genova, Presidente del Genoa, Presidente del Rina Registro Navale. E’ stato, a 360 gradi, un protagonista del mondo imprenditoriale e della vita sociale, anche per il forte carattere e la curiosità intellettuale.

Sua madre, Savina Savini, mancata prematuramente meno di due anni fa, era una donna di estremo garbo e fascino e ricca di interessi intellettuali. Aveva salvato dalla chiusura il Teatro Politeama Genovese e lo aveva rilanciato  intelligentemente, facendone un punto di riferimento per gli spettacoli brillanti e di qualità oltre che di successo di pubblico. Intelligenti e colte anche le tre sorelle. Gli Scerni sono stati al tempo stesso una famiglia moderna e una famiglia patriarcale dove tradizione  e stile si fondevano con la curiosità e con la modernità, sempre con un vasto interesse per tutto ciò che è nuovo.

Paolo Scerni, accanto all’attività professionale, ha sempre coltivato – e anche questo era un elemento del DNA familiare – la passione per la vela. Gli amici e i compagni di regate lo ricordano come entusiasta, impegnato e generoso, competitivo ma sempre leale e cavalleresco. Nei rapporti di lavoro e di divertimento era cortese, affabile, gentile. Un tempo si sarebbe detto “un signore”, ma senza alcun significato retorico. In lui si fondevano il rigore sul campo del lavoro e l’amore per la natura. Navigare a vela significa libertà, capacità certamente fisica ma anche un modo tutto particolare per affrontare la natura e per imparare operando. In questo, Paolo Scerni era un rappresentante emblematico della storia dell’imprenditoria marittima di Genova. Ne aveva tutte le caratteristiche e gli interessi ed era consapevole di appartenere – idealmente – della vicenda d’una città e di numerose famiglie che aveva trasformato l’economia tradizionale in imprenditoria moderna. Ma non era chiuso in se stesso, né scorbutico, come qualche grande protagonista del passato. Era affabile e disponibile. Per questo la sua perdita è ancora più dolorosa e per certi aspetti inaccettabile. Lascia un grande vuoto e in tutti i campi in cui portava la sua partecipazione si avvertirà subito un vuoto non facilmente colmabile. 

Ma il vuoto maggiore, una ferita che non si rimargina riguarda sua padre Gianni e le sue sorelle, che non hanno ancora cauterizzato l’altra ferita che viene dal vuoto lasciato da Savina Savini, considerata il solido molo di partenze e di arrivi della famiglia. A Gianni e alle sue figlie va il cordoglio di tutta Telenord. In particolare sono  vicini a tutti loro, con l’antica amicizia e con il loro affetto solidale, l’Editore Massimiliano Monti e il Direttore Paolo Lingua.