L’area “no vax” non fa crescere il consenso alla politica
di Paolo Lingua
Secondo gli ultimi sondaggi – che, sulla base di errori clamorosi, non vanno mai presi come verità assolute e infallibili – i partiti della destra, come la Lega e Fratelli d’Italia, hanno interrotto la loro crescita. Segno che il populismo, il sovranismo e lo strizzare l’occhio a normative tolleranti nel campo della lotta alla pandemia non portano consensi. Probabilmente perché in questi partiti la componente moderata e borghese punta semmai alla sicurezza, alla vaccinazione e anche a un certo controllo dei comportamenti nei luoghi pubblici. E poi perché una componente del movimento “no vax” (che è vario e articolato) è frutta d’una visione anarchica, non importa se di destra o di sinistra, per nulla inclina al voto e alla vita tradizionalmente democratica.
Non a caso, nell’area del centrodestra Forza Italia, sia pur ridimensionata, si sposta sempre più verso il centro moderato e liberale, vicino al governo Draghi, insistendo sulla corsa ai vaccini, all’uso del “green pass” e a norme restrittive in difesa della popolazione vaccinata. La situazione che è sotto i riflettori, per molti aspetti può essere interessante, al di là delle opinioni politiche personale, per studiare i comportamenti e le modificazioni della mentalità collettiva in questo particolare momento in cui sembra risorgere il timore per la ripresa del virus. E’ proprio di questi giorni la presa di posizione a favore della severità e del ridimensionamento delle manifestazioni “no vax” da parte dei più autorevole presidenti di Regione esponenti della Lega: Fontana (Lombardia), Zaia (Veneto) e Fedriga (Friuli Venezia Giulia) tutti preoccupati di non passare in “zona gialla” e decisi di puntare su una serie di disposizioni di severità e di prevenzione. Una posizione che sembra allontanarsi da quella del leader nazionale Salvini e che invece punta a premere sul Governo.
Il leader della Lega in questi giorni oscilla, cercando di non far esagerare il governo con il piede sul freno. Quello che preme su Salvini è probabilmente la speranza di recuperare un po’ dei voti dell’area “no vax” per cercare di imporre una leadership della Lega sull’alleanza di centrodestra che, per il momento, sembra reggere alle elezioni amministrative e che viene riproposta anche per le elezioni politiche. Le incertezze coinvolgono anche il centrosinistra dove forse il Pd si sta rendendo conto che il cosiddetto “reddito di cittadinanza” non è stato certamente un successo considerato che tutti i giorni emergono centinaia se non migliaia di truffe e di falsi e non soltanto nel Mezzogiorno.
Ma la norma è forse rimasta l’unica alla quale il M5s pare aggrappato disperatamente come linea politica identificativa. Anche in questo caso non mancano le oscillazioni, perché il Pd, a procedere autonomamente, sembra incrementare 9i consensi: sulla base degli ultimi sondaggi sarebbe il partito più seguito, superando di poco Lega e Fratelli d’Italia. Ma, al tempo stesso, il Pd non può abbandonare il M5s che si sta riavvicinando all’Internazionale socialista a livello europeo. Il Pd che ha già pesanti problemi con Italia Viva e con gli scarti quotidiani di Renzi (anche lui in gravi difficoltà) non può cessare di tenere unita la coalizione di sinistra. Non resta che puntare ad accordi di compromesso, tenendo in piedi il Governo, rimandando le elezioni che forse solo Fratelli d’Italia vorrebbe visto che è l’unico partito all’opposizione. Quindi avanti con il governo Renzi e rinvio delle elezioni, visto che tutti o quasi hanno paura di contarsi. Ma l’ombra delle elezioni per la presidenza della Repubblica incombe su tutti ed è una pesante incognita.
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