L'allarme dei chirurghi: "Saltato fino all'80% degli interventi: mancano terapie intensive"

di Marco Innocenti

1 min, 21 sec

"Siamo nella stessa situazione del 2020: 400mila operazioni rinviate e molti pazienti oncologici arrivano in ospedale ormai inoperabili"

L'allarme dei chirurghi: "Saltato fino all'80% degli interventi: mancano terapie intensive"

Allarme della Società italiana di chirurgia (Sic) per la drammatica riduzione degli interventi che nelle regioni vanno dal 50 all'80%: "Le aziende sanitarie sono costrette a destinare ampi spazi di ricovero ai pazienti Covid e le terapie intensive sono in gran parte occupate da pazienti principalmente no vax - spiega la Sic - si assiste all'aggravamento delle patologie tumorali che spesso arrivano tardi in ospedale, ormai inoperabili".

"Posti letto di chirurgia dimezzati - aggiunge Francesco Basile, presidente della Sic - ma anche blocco dei ricoveri in elezione, terapie intensive riconvertite per i pazienti Covid, infermieri e anestesisti delle sale operatorie trasferiti ai reparti Covid. In questo modo l'attività chirurgica in tutta Italia è stata ridotta nella media del 50%, con punte dell'80%, riservando ai soli pazienti oncologici e di urgenza gli interventi. Ma spesso non è possibile operare neanche i pazienti con tumore perché non si ha la disponibilità del posto di terapia intensiva nel postoperatorio".

"Nel 2021 non siamo riusciti, nonostante l'impegno delle autorità sanitarie e dei chirurghi a smaltire le liste di attesa accumulate nel 2020 per patologie chirurgiche in elezione - continua Basile - e ciò anche se in molte Regioni si sono organizzate sedute operatorie aggiuntive su specifici progetti. Adesso le liste di attesa torneranno ad allungarsi a dismisura". Basile afferma che ci si trova praticamente nella stessa situazione del 2020, "che ha portato come conseguenza 400.000 interventi chirurgici rinviati, notevole aumento del numero dei pazienti in lista di attesa e, ciò che è più pesante, si è assistito all'aggravamento delle patologie tumorali che spesso sono giunte nei mesi successivi in ospedale ormai inoperabili".