Il Pd: “Prestazioni ambulatoriali pubbliche annullate, ma eseguite privatamente a pagamento”

di Antonella Ginocchio

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La denuncia del gruppo in Consiglio regionale, dopo la chiusura del Cup

Il Pd: “Prestazioni ambulatoriali pubbliche annullate, ma eseguite privatamente a pagamento”

Prestazioni ambulatoriali annullate in tutta la Liguria per il Coronavirus, ma eseguite a pagamento dalle strutture private”. E’ la denuncia del gruppo Pd in Regione Liguria, peraltro già annunciata ai nostri microfoni, in collegamento Skype, dal consigliere Pippo Rossetti.

Gli esponenti del partito democratico ammoniscono: “ Alisa faccia chiarezza sulle modalità di gestione delle attività di diagnosi e ambulatoriali in tutte le strutture sanitarie liguri autorizzate. ”.

Si spiega infatti che a fronte dell’articolo 13 del decreto legge n. 14 del 9 marzo 2020, Alisa ha sospeso il CUP e quindi tutte le attività ospedaliere e ambulatoriali programmate, ad esclusione degli interventi indifferibili, a causa  dell'emergenza coronavirus. Si spiega anche che la chiusura è avvenuta prima con una semplice email. Solo tre giorni dopo – scrivono i consiglieri - con una delibera Alisa ha informato le strutture pubbliche e private. L'obiettivo è garantire il rispetto di tre principi: evitare l’affollamento nei CUP per le prenotazioni, utilizzare personale e luoghi deputati alle attività ambulatoriali per le urgenze, impedire che i cittadini si ammassino nei centri ambulatoriali.

Aggiungono i dem: Abbiamo però verificato che ai cittadini viene sospesa la prestazione programmata a carico della Asl, ma che la stessa prestazione, nello stesso ambulatorio convenzionato e alla stessa ora, viene indicata eseguibile a pagamento. Così come è possibile presentarsi nei centri di diagnosi senza appuntamento usufruendo delle prestazioni a pagamento”. Commentano i consiglieri: “Tutto ciò è molto grave perché se si adotta la sospensione di queste attività in nome di un principio di precauzione e di sicurezza, questo principio deve valere per tutte le strutture, accreditate e non accreditate, a prescindere che una prestazione sia o meno a pagamento. La seconda non meno grave conseguenza è che passa il messaggio inaccettabile che chi può pagare può anche evitare di rispettare la disposizione del Governo e ottenere le prestazioni. Chi invece non può pagare non può ricevere alcuna prestazione”.

Concludono gli esponenti del Partito democratico; “Non è questa l’idea di sanità universale che abbiamo e che è sancita dalla Costituzione. Chiediamo che Alisa adesso la facci rispettare a tutti”.