Il messaggio di Francesco Bocciardo: "Sport e disabilità non sono mondi inconciliabili"

di Marco Innocenti

Il pluricampione paralimpico genovese negli studi di Telenord: "Non esistono superdisabili, siamo persone comuni che non si arrendono alle difficoltà"

Due ori e un argento, i 200 metri stile libero dominati con la classe del campione, di chi quella gara la preparava da 5 anni e i 100 metri vinti con una rimonta degna di un film di Hitchcock. Questo è Francesco Bocciardo, il 27enne nuotatore genovese che ha portato il tricolore (e la Croce di San Giorgio!) nel medagliere delle Paralimpiadi di Tokio. Un amore per il nuoto sbocciato da piccolo, quando il papà lo ha "praticamente gettato in piscina - come ci ha raccontato lui stesso in questa splendida intervista - andando anche un po' contro le idee del resto della famiglia".

Oggi Francesco è un campione e detiene il record del mondo ma, oltre al suo talento, a renderlo speciale è sicuramente il suo messaggio, rivolto in particolare ai più giovani: "Negli ultimi anni il movimento paralimpico ha raggiunto molti ragazzi con disabilita - spiega Bocciardo - Molte famiglie che purtroppo spesso vedono sport e disabilità come due mondi diversi e lontani. E' stato fatto molto ma siamo solo all'inizio. Guardo a Parigi 2024 ma soprattutto a Milano-Cortina 2026: abbiamo una grande occasione per crescere e far vedere il modello Italia per quanto riguarda lo sport".

"Spesso sento usare il termine superdisabile ma io dico che noi siamo persone comuni, che semplicemente non si sono mai arrese davanti alle difficoltà e hanno difeso i loro sogni. Poi è ovvio, non tutti arriveranno a vincere una medaglia d'oro ma dobbiamo porci obiettivi elevati. Se ce la mettiamo tutta e avremo sempre la voglia di lottare per il nostro sogno, non saremo mai insoddisfatti".