Il governo crede (si spera davvero) nel "metodo Genova"

di Paolo Lingua

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Il governo crede (si spera davvero) nel "metodo Genova"

Nel decreto che oggi viene approvato per dar vita alla ripresa economica dell’Italia il governo ha accolto le proposte più concrete e ha annunciato la metodologia esecutiva delle grandi opere che da gran parte dei partiti della maggioranza ma anche da parte dell’opposizione  era stata auspicata. Conte ha annunciato che in tutti i casi più “complessi” per arrivare ad esecuzioni rapide e in grado di scavalcare le montagne della burocrazia sarà possibile nominare dei commissaria “sulla scia dell’Expo di Milano e del Ponte di Genova”. Non è una soluzione assoluta, ma è già un grosso passo avanti che dovrebbe trovare, al momento pratico e operativo, anche l’appoggio dell’opposizione di centrodestra da Berlusconi a Salvini.

Conte, nei giorni scorsi, aveva più volte ribadito di voler puntare alle cosiddette “semplificazioni” per rendere rapide le esecuzioni delle grandi opere strutturali, molte delle quali ferme da anni, e delle quali il Paese ha urgente bisogno. Il grande progetto di governo, come è stato reso noto, comprende anche modernizzazione  pubblica (digitalizzazione diffusa), semplificazioni, ridimensionamento degli eccessi burocratici. L’obiettivo è quello di scavalcare tutte le difficoltà e gli ostacoli già presenti prima della diffusione del coronavirus e poi accentuati in questi mesi. Si vuole puntare a una ripresa di qualità e di robusti contenuti.

Obbiettivamente va tutto bene: ora occorre verificare se si tratta solo di enunciazioni teoriche oppure di progetti pratici da far decollare in tempi stretti in modo da superare l’attuale stato di crisi in tutti i settori produttivi. In sostanza, all’interno delle forze governative  hanno avuto la meglio il Pd e Italia Viva, superando tutte le diffidenze pseudo-ideologiche d’una larga parte del M5S da sempre diffidente nei confronti delle grandi opere. E’ evidente che i grillini hanno dovuto allentare la morsa d’una ideologia negativa sulla quale avevano fato leva sino a non molto tempo fa. Infatti il governo ha oggi rese note le iniziative di maggiore urgenza e di interesse prioritario per il Paese, quasi tutte tratta ferroviarie (molte di alta velocità) e autostradali per far uscire l’Italia da rischi di isolamento. Si punta molto sul Centro-Sud, il settore più sacrificato in passato, ma anche della Venezia-Trieste e in particolare della Gronda.

Qualcuno, in particolare da parte dell’opposizione, ha fatto notare che per la Gronda ligure non è necessario un decreto ma basta una sola firma ministeriale su un progetto già approvato e finanziato. La Gronda (ex “bretella”), che consiste nel raddoppio genovese dell’ autostrada che  tra poche settimane tronerà a funzionare con il definitivo ripristino dell’ex ponte Morandi, dovrebbe quindi essere rilanciata e decollare nel volgere, si spera, di pochi mesi, senza modifiche al progetto già messo a punto a livello ministeriale, e con un parziale finanziamento   già messo a punto da qualche anno. E’ un progetto che vede favorevoli sia la Regione e il Comune (retti dal centrodestra) sia da gran parte della sinistra (certamente Pd e renziani). Ma da qualche tempo anche i grillini, un tempo oppositori del progetto così come erano stati ostili al Terzo Valico ferroviario ormai in via di realizzazione.

C’è a questo punto di che essere soddisfatti? Certamente a parole, sulla base delle enunciazioni del decreto e degli intenti annunciati. Ora però occorrerà verificare i tempi e i modi. Il governo italiani è a caccia di finanziamenti a livello europeo e in questa direzione si muoverà il presidente Conte a livello europeo. Ci attendono alcune settimane di grande attesa e anche di grande tensione. Se arriveranno davvero i finanziamenti da parte dell’Ue per l’Italia sarà un autunno di ripresa. Ma anche nella nostra “piccola” Liguria  il possibile decollo della Gronda sarà un nuovo segno di ottimismo e di rilancio. Occorre uscire dalla prigionia di autostrade e ferrovie che non funzionano adeguatamente. Solo così decollerà la grande ripresa e la “grande speranza” d’una Liguria leader della moderna economia e, in particolare, dello shipping, economia primaria del territorio.