Genova, via libera al Piano Sociale Integrato Regionale 2023-2025: più aree verdi comunitarie e servizi rivolti alle persone fragili

di Redazione

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L’ Assessore alle Politiche Sociali Giacomo Giampedrone: “Il progetto è frutto di un confronto serrato con Anci, settore terziario e stakeholders per adattare servizi alle reali esigenze dei cittadini”

Genova, via libera al Piano Sociale Integrato Regionale 2023-2025: più aree verdi comunitarie e servizi rivolti alle persone fragili

Via libera della Giunta regionale al nuovo Piano Sociale Integrato Regionale 2023-2025, il risultato di una serie di incontri e discussioni tra il settore terziario e i Comuni per rimodulare i servizi in funzione delle reali esigenze della popolazione. Tra le novità proposte vi è la realizzazione dei nuovi ambiti territoriali sociali su aree che coincidono con i distretti sanitari e l’individuazione di nuove professionalità ritenute idonee a gestire e svolgere le attività.

“Siamo molto soddisfatti di questo Piano – affermano il presidente della Regione Giovanni Toti e l’assessore alle Politiche sociali Giacomo Giampedrone - che è frutto di un lavoro avviato quasi tre anni fa, in collaborazione con Anci Liguria. Abbiamo dato risposta a tutte le osservazioni avanzate dalle amministrazioni locali e dai loro referenti dei servizi sociali, accogliendo molti dei loro suggerimenti. La riorganizzazione dei servizi sociali prevede un nuovo assetto territoriale, che sarà più funzionale ed efficace ed è il risultato di una puntuale ricognizione delle reali necessità dei cittadini, per garantire ad essi servizi sempre più mirati e una piena integrazione con il Piano sociosanitario e con quanto previsto nel PNRR”.

Nella nuova geografia degli assetti territoriali, il Piano prevede la nascita di nuovi ambiti territoriali sociali, che saranno sovrapposti sostanzialmente ai distretti sanitari, rafforzando così il ruolo del direttore sociale, il quale si occuperà di sovrintendere ai servizi, supportato da figure specifiche per ciascuna area di attività. In particolare, i coordinatori di area, lo psicologo, l’educatore professionale e il mediatore di comunità, avranno il compito di sostenere e stimolare processi di partecipazione attiva dei cittadini alla vita di comunità, accompagnandola in un processo di sviluppo della propria identità e del senso di appartenenza al territorio.

Le case di comunità previste dal Pnrr saranno il luogo fisico dove avverrà l’integrazione sociosanitaria e nei diversi PUA-Punti, che avranno sia forma di luogo fisico sia informatico, avverrà la presa in carico iniziale dei cittadini che poi, a seconda dei loro bisogni, saranno seguiti da equipe integrate sociosanitarie con progetti personalizzati.

“E’ stata un’esperienza ‘pilota’ in Italia per il suo carattere partecipativo – afferma il direttore di Anci Liguria Pierluigi Vinai – siamo partiti effettuando una raccolta preliminare di dati e l’analisi dei fabbisogni territoriali, sulla base dei quali abbiamo predisposto i contenuti delle aree tematiche: tre anni di lavoro congiunto tra tutti gli attori istituzionali, e armonizzato con la normativa nazionale, il Piano socio-sanitario e le misure 5 e 6 del Pnrr“.

Nell’ambito delle diverse aree tematiche, sono previsti l’istituzione di nuovi centri famiglia, il potenziamento delle attività di inclusione e supporto rivolte alla disabilità o alla non autosufficienza e nuovi servizi pensati con una particolare attenzione rivolta alle politiche in favore dell'invecchiamento attivo e ai giovani, nella doppia ottica, nell’ultimo caso, di prevenire e promuovere il loro ruolo di cittadini attivi e consapevoli.