Genova, riforma dei municipi: il punto di Lega, M5S e Forza Italia

di Gregorio Spigno

Primo round a Palazzo Tursi, Crivello: "Una scelta che contrasta l'art.5 della Costituzione". Il centro destra: "Cambio di passo efficiente"

Nella giornata di ieri, nel corso del consiglio comunale a Palazzo Tursi, si è consumato il primo round per quanto riguarda la riforma dei municipi

La giunta ha respinto la richiesta sospensiva, ritenendo che la riforma chiarirebbe meglio il ruolo politico dei municipi. L'opposizione, invece, ha contestato soprattutto il taglio del budget, che passerebbe ad un ammontare da 280 mila euro uguale per tutti e 9 i "parlamentini". 

Bocciata da sei municipi perché ritenuta (pure) parzialmente incostituzionale, sono parecchio discordanti i pareri dei differenti gruppi politici.

Lorella Fontana e Mario Mascia, capigruppo rispettivamente di Lega Salvini Premier e Forza Italia, hanno affermato, quasi in coro, che "la discussione sul decentramento era qualcosa che Genova aspettava da tempo, un cambio di passo nella gestione dei municipi che porterà qualcosa di innovativo. Una riforma che rende tutto più efficiente: dalle piccole esigenze, che fanno la differenza a livello di immagine, ad un livello anche economico".

Diametralmente opposti gli ideali di Crivello: "La discussione è stata velocizzata. Non è un tecnicismo ma una scelta politica, un errore politico scientificamente voluto. Non voglio scomodare la Costituzione, ma è una scelta che va in contrasto con l'articolo 5, che parla di decentramento. Una testimonianza di chi non considera i municipi come il Comune sul territorio". Sulla stessa linea anche Luca Pirondini, capogruppo dei cinque stelle: "Ci sono tre criticità. La prima riguarda le risorse: è impossibile che i municipi non abbiano un budget proprio ma debbano chiedere i soldi al sindaco. Poi c'è confusione tra ruolo politico e amministrativo e in più municipi e consiglieri comunali verrebbero totalmente sviliti".