Genova, razziano due kebab, 4 rapinatori incastrati da giovani connazionali

di Michele Varì

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Raid in corso Buenos Aires: decisivi per fare finire in galera i delinquenti la testimonianza di tre universitari magrebini

Genova, razziano due kebab, 4 rapinatori incastrati da giovani connazionali

Nella notte brava di quattro migranti magrebini appena arrivati in Italia che hanno aggredito per derubarli e rapinarli i titolari di due Kebab nel raggio di cento metri nel centro di Genova, in corso Buenos Aires, ci sono le due facce dell'immigrazione: da una parte loro, i "cattivi", dall'altra tre connazionali nelle vesti dei "buoni".

Sono stati questi ultimi, studenti universitari, a testimoniare davanti ai poliziotti delle volanti e permettere di incastrare ed arrestare i rapinatori. 

I delinquenti sono tre marocchini e un tunisino fra i 23 e i 29 anni, tre dei quali appena giunti dalla Calabria, forse sbarcati da poco in Italia.
 
Giovani che evidentemente non conoscono Genova tanto da commettere i raid a poche centinai di metri dalla questura e poi infilarsi, nella fuga, in un vicolo cieco alle spalle della chiesa di Santa Zita, dove gli agenti li hanno trovati ed arrestati.

Tutto è cominciato quando i quattro giovani nordafricani si sono rifiutati di pagare interamente il conto della loro consumazione nel Kebab Gandhi, piccolo e storico negozio sotto Corte Lambruschini, in corso Buenos Aires. 

Da lì è iniziato il raid: fuggiti i quattro hanno attraversato la strada e sono andati a replicare la dinamica del primo blitz nell'altro e più grande kebab di corso Buenos Aires, Kebab Ottomano.

Anche qui stessa storia: i quattro consumano quattro panini e pretendono di pagarne quattro. Il titolare dell’attività, un pakistano, chiede di saldare il dovuto. I magrebini lo prendono a calci e pugni e si impossessano del registratore di cassa.

Appena fuggiti però accorgono che non avevano preso la parte della cassa con i soldi, ma invece di allontanarsi tornano nel locale, dove il negoziante intanto si è chiuso dentro e sta chiamando la polizia. 
I quattro sono infuriati: entrano spaccando la porta vetrina (nella foto), afferrano il cellulare del negoziante e lo spaccano, e si impossessano anche dei soldi. 
Nel frattempo però in zona sono arrivate le pattuglie delle volanti che dopo un breve inseguimento li intercettano e li arrestano nei pressi della chiesa di Santa Zita. 

I quattro provano a negare le loro colpe, e avrebbero potute cavarsela con una denuncia se non fossero sopraggiunte le testimonianze di tre studenti magrebini che studiano all'università di Genova, testimoni del primo raid in corso Bueno Aires, che li riconosco senza dubbi e li indicano agli agenti.
 
Per i quattro scatta l'arresto e senza direttissima, per loro infatti grazie alle testimonianze dei connazionali, si aprono subito le porte del carcere.