Genova, nuovo presidio di 'Cambiare Rotta' davanti all'università: "Aspettiamo ancora un dialogo con il rettore"

di Filippo Serio

Seduta del senato accademico spostata all'ultimo secondo

Circa una ventina fra studenti e docenti hanno partecipato al presidio organizzato dal gruppo 'Cambiare Rotta' davanti al civico di via Balbi 5, una delle sedi dell'Università genovese.

Il presidio era stato fissato alle ore 9 di questa mattina, durante la seduta del Senato accademico che si sarebbe dovuta svolgere alla stessa ora. L'appuntamento è stato poi spostato alle ore 15, probabilmente proprio per evitare l'incontro tra manifestanti e il rettore Federico Delfino

Oggi studenti, docenti, ricercatori e personale amministrativo si sono presentati in presidio per ottenere il dialogo tanto declamato dal rettore Delfino, per parlare di un documento in cui si esige che l’università interrompa ogni tirocinio collegato con la filiera bellica come lo è Mare Aperto e che i rettori delle università coinvolti in tali accordi prendano pubblicamente posizione. Ma proprio per evitare qualsiasi contatto e dialogo con questa componente di dissenso si è pensato bene di giocare a rincorrersi: con comunicazioni interne il senato è stato spostato all’ultimo momento dalle 9 di mattina a questo pomeriggio e poi ancora più all’ultimo una seconda volta dalla sede di Balbi 5 a una videoconferenza. - scrivono in una nota gli organizzatori - Questo non fa altro che dimostrarci quanto marcio ed eccessivamente burocratico sia il sistema su cui si basano le nostre università ma soprattutto quanto in là si sia disposti a spingersi pur di evitare il confronto. Delfino sa benissimo quanto il dissenso sia pericoloso non soltanto per chi è nella sua posizione ma per l’intero sistema imperialistico e guerrafondaio di cui sceglie di farsi promotore, e per questo motivo decide di giocare a questo gioco.

Purtroppo per lui però le nostre rivendicazioni sono più forti dei sui giochi. Tutta Italia si mobilita al fianco della Palestina e per interrompere le pericolose collaborazioni tra il mondo dell’accademia e quello della guerra. In molti altri atenei come UniTo e UniBa si sono ottenute vittorie e risposte che ci fanno capire che vincere è possibile, anche se qui tarda ad arrivare lo stesso tipo di risoluzione.

Ci inseriamo in un panorama ormai internazionale di proteste motivate dalle nostre stesse idee, con le nostre stesse rivendicazioni.

Delfino e chi condivide i suoi interessi non riescono, per quanto ci provino, a fermare la rabbia di chi non vuole più essere complice e vittima di un sistema universitario marcio e corrotto.

Ancora una volta ribadiamo l’esigenza immediata di avere un dialogo con il senato accademico della nostra università.

Chiediamo quindi un colloquio con il senato in una seduta straordinaria da chiamarsi il prima possibile!