Genova, nel 2023 cala numero di imprese e attività commerciali. Cavo (Confcommercio Genova): "Implementare via della rigenerazione urbana"

di Filippo Serio

I dati emergono dall'osservatorio sulla demografia d’impresa nelle città italiane e nei centri storici

Continua il sensibile calo delle imprese sul territorio ligure, in particolare a Genova dove si registra una diminuzione per quanto riguarda attività commerciali, attività alberghiere e di ristorazione, anche nell'ultimo anno (dati a giugno 2023)

I dati emergono dall’Osservatorio sulla demografia d’impresa nelle città italiane e nei centri storici, arrivato alla nona edizione: Confcommercio nazionale si concentra su 120 comuni italiani di cui 110 capoluoghi di provincia di media dimensione. Dallo studio emerge un sostanziale calo demografico per le imprese del commercio al dettaglio a Genova, e un leggero calo per le attività di pubblico esercizio e ricettive

In particolare scendono sotto le 4mila unità le imprese di commercio al dettaglio nelle zone fuori dal centro storico, calo di circa un centinaio rispetto al 2022 e di oltre 400 rispetto al 2019, periodo pre-Covid. Diminuzione che interessa anche il centro storico genovese dove dai 1386 negozi esistenti si è passato a 1322 rimasti: nel 2019 erano oltre 1500.

Dati in calo anche per quanto riguarda gli alberghi, i bar e i ristoranti presente nel genovesato: in tutti i casi si registra un segno meno confrontando il 2022 con il 2023.

"È indubbio che il commercio sta attraversando da noi un momento più complicato che altrove - afferma Alessandro Cavo, presidente di Confcommercio Genova - Dato si tratta di imprese che contano moltissimo per l’economia e per l’occupazione è necessario ogni sforzo per non continuare su questa china discendente.

È indispensabile rafforzare la concertazione tra chi rappresenta il settore terziario in tutte le sue declinazioni e la pubblica amministrazione, chiediamo che siano tenute in considerazione le osservazioni che la nostra Confcommercio  porta come portavoce del tessuto commerciale che rappresenta, confrontandosi quotidianamente con gli imprenditori sul territorio.

Purtroppo, dai dati dell’Ufficio Studi Confcommercio (su dati Centro Studi delle Camere di Commercio G. Tagliacarne), emerge come dal 2022 al 2023 continui il sensibile calo delle imprese, in maniera preponderante per quanto riguarda il commercio al dettaglio, ma con una flessione che riteniamo preoccupante anche per il settore Ho.Re. Ca”.

Alla luce di questi dati, dei quali comunque tramite le nostre Camere di Commercio siamo a conoscenza, riteniamo sia d’uopo continuare, ma, soprattutto, implementare la via della rigenerazione urbana, che deve passare – giocoforza – dalle attività commerciali, che sono l’unico vero presidio di sicurezza, decoro, qualità dell’offerta dove le attività stesse possono anche rappresentare presidi contro la violenza di genere, fornendo una prima assistenza a chi ne ha bisogno. Solo le attività di vicinato, e non certo altri generi di insediamento che non comprendono il commercio nelle sue più alte declinazioni, possono garantire questo tipo di presidio

Le amministrazioni devono finalmente prendere atto  che per andare verso una città smart, green e ecologicamente sostenibile non si possa prescindere dal confronto con chi rappresenta in modo corale i negozi di vicinato. Il continuo confronto, anche in tema di rigenerazione urbana, ZTL e pedonalizzazioni, deve partire dal territorio ed è imprescindibile che tali azioni siano svolte prendendo in considerazione tutto ciò che deve essere messo in campo prima e a supporto delle stesse, in primo luogo parcheggi, trasporto pubblico adeguato, arredo urbano consono, ecc…

Solo in questo modo potremo invertire la tendenza che dati incontrovertibili, come quelli sotto riportati, evidenziano” - conclude Cavo