Genova, mostra a Tursi sulle leggi razziali. Bucci: "Rinnovo le scuse alla comunità ebraica per quel che allora non seppe fare la città"

di Redazione

Ricordata la figura di Giuseppe Basevi, consigliere del podestà, allontanato dalle istituzioni perché israelita

di Valentina Giubergia

A più di 80 anni dall'avvento delle leggi razziali in Italia, l'intelligenza artificiale si rivela utile per riportare in vita le immagini e le storie del passato. E' successo infatti che all'inaugurazione, a Palazzo Tursi a Genova, della mostra “Scripta manent. Le leggi razziali attraverso i documenti del Consiglio comunale di Genova", Giuseppe Basevi, membro della Consultà del podestà, allontanato perchè ebreo, è stato riportato in vita virtualmente per testimoniare le ingiustizie dell'epoca.

"La storia di Basevi ci colpisce tutti - ha spiegato il sindaco Marco Bucci -. Oggi dico che bisogna ricordarsi di questi eventi e rinnovo alla comunità ebraica le scuse per quello che la città non ha saputo fare a quel tempo".

"La mostra di oggi- spiega Giacomo Ronzitti, presidente dell'archivio ILSREC- ricorda la figura di Giuseppe Basevi, consigliere del podestà, fervente fascista, che fu allontanato dal suo ruolo e successivamente perseguitato in quanto ebreo a causa delle leggi razziali."

All'evento, che rientra tra le iniziative organizzate a Genova per il “giorno della memoria", sono stati presentati anche otto documenti, tratti dai libri del Consiglio comunale, che abbracciano l’arco temporale dal 1926 al 1945 e trattano dell’avvento delle leggi razziali.

"Il contenuto della mostra di oggi non va dimenticato e il ruolo delle istituzioni è proprio far ricordare alle persone e soprattutto ai giovani l'orrore delle leggi razziali e della Shoah- ribadisce il presidente del Consiglio Comunale Carmelo Cassibba- affinché si continui a riflettere su queste tematiche."

"Alla mostra sono presenti anche dei totem informativi che parlano anche delle vicende che riguardano la mia famiglia- afferma il consigliere comunale Angiolo Veroli. Si parla in questo caso di come la mia bisnonna sia riuscita a salvarsi mentre mio zio Bruno è stato deportato e ucciso. Bisogna ricordarsi che le nostre scelte influiscono sugli altri: alcuni miei parenti si sarebbero potuti salvare se qualcuno, come nel caso della mia bisnonna, li avesse aiutati."