Genova, esperti a confronto al San Martino sul tumore epatico: l'importanza del gruppo di lavoro

di Lorenzo Aluigi

L'epatocarcinoma (HCC) è uno dei tumori più aggressivi e una delle prime cause di morti oncologiche nel mondo. Oggi, grazie ai progressi scientifici e alle innovazioni diagnostiche e terapeutiche, la prognosi della patologia è in miglioramento

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Affrontare le sfide sia dal punto di vista clinico che organizzativo per la complessa gestione del paziente con epatocarcinoma, portare alla luce la best pratice dell'ospedale policlinico San Martino di Genova, evidenziare l'importanza del lavoro sinergico dei team multidisciplinari e la necessità di indirizzare il paziente verso strutture d'eccellenza e ad alta specializzazione, con garanzia di accesso ai migliori percorsi di diagnosi e cura di confrontarsi sulle innovazioni diagnostiche e terapeutiche disponibili: sono questi gli obiettivi della tappa di Genova di "Uniti e Vicini ai Pazienti con Epatocarcinoma", il roadshow promosso da Roche con il patrocinio di EpaC ETS. L'incontro è stato organizzato a un anno esatto dalle delibera del 21 dicembre '22 della Regione Liguria per l'istituzione e il funzionamento dei Disease Management Team (DMT) per il paziente oncologico.

 

L'epatocarcinoma (HCC) è uno dei tumori più aggressivi e una delle prime cause di morti oncologiche nel mondo. In Italia, nel 2023, sono state stimate circa 12.200 nuove diagnosi, e, nel 2022, sono state calcolate 9600 morti (6300 uomini e 3300 donne). La sopravvivenza netta a 5 anni dalla diagnosi è del 22% negli uomini e del 22% nelle donne. La probabilità di vivere ulteriori 4 anni, condizionata ad avere superato il primo anno dopo la diagnosi, è del 40% negli uomini e del 39% nelle donne. Attualmente sono 33800 le persone viventi in Italia dopo una diagnosi di tumore del fegato (25300 uomini e 8500 donne).

 

Oggi, grazie ai progressi scientifici e alle innovazioni diagnostiche e terapeutiche, la prognosi della patologia è in miglioramento, ma questo si accompagna a una maggiore complessità della sua gestione, che pone alcune sfide sia dal punto di vista clinico che da quello organizzativo.

 

La presa in carico del paziente con epatocarcinoma, infatti, deve essere guidata da un team multidisciplinare, composto da epatologi, chirurghi, oncologi e radiologi interventisti e altri specialisti che, lavorando in sinergia fin dal momento della diagnosi, possa individuare il miglior trattamento possibile per il paziente tra i vari disponibili e indirizzarlo verso strutture di eccellenza e ad alta specializzazione, con la garanzia di accesso ai migliori percorsi di diagnosi e cura. Il team definisce il trattamento personalizzato sul paziente, in base alle patologie esistenti o pregresse, alle condizioni e alla morfologia del fegato e del tumore, alle comorbidità, alle riserve funzionali epatiche, alla rapidità di crescita della diagnosi, con il supporto di Linee Guida e percorsi regionali, all'interno della struttura ospedaliera, come nel caso del Policlinico San Martino di Genova.

 

L'epatocarcinoma si sviluppa prevalentemente in persone che soffrono di cirrosi a causa di epatite cronica (B o C) o abuso di alcool, sindromi dismetaboliche, e tipicamente si manifesta in dtadi ormai avanzati. La prognosi per le forme non resecabili di HCC è infausta, con poche opzioni di trattamento sistemico e il tasso di sopravvivenza a un anno minore del 50% dal momento della diagnosi della forma avanzata.

 

In Liguria sono previsti circa 300 nuovi casi di epatocarcinoma ogni anno e, all'ospedale San Martino di Genova, i pazienti affetti da epatocarcinoma presi in carico dal team multidisciplinare nel corso del 2022 sono stati 152.