Ex-Ilva, Toti: "Un buon segno: azienda rivedrà i numeri della cassa integrazione"

di Marco Innocenti

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"Adesso almeno abbiamo un tavolo dove poter affrontare le tante questioni aperte"

Ex-Ilva, Toti: "Un buon segno: azienda rivedrà i numeri della cassa integrazione"

“Un buon segno". Così il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti all'uscita dalla riunione al Ministero dello Sviluppo Economico sulla questione ex-Ilva, dov'era presente anche l'assessore allo sviluppo economico Andrea Benveduti. "Si era persa traccia di quel percorso da intraprendere per arrivare alla riconversione di Ilva - ha aggiunto Toti - L’azienda ha spiegato come, dopo la sentenza del Consiglio di Stato, sia disponibile a rivedere tutti i numeri della cassa integrazione: questo è un punto che ci premeva, anche per avviare un dialogo sindacale sulle prospettive future”.

“L’amministratore delegato di Invitalia Domenico Arcuri e il Ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti hanno ribadito che il 21 luglio lo Stato entrerà ufficialmente all’interno della nuova società – aggiungono Toti e Benveduti - nominando i propri consiglieri di amministrazione: dal quel momento dovrà partire la riconversione. Questo tavolo di confronto verrà mantenuto: la situazione è ancora tutta da risolvere, ma rispetto a qualche giorno fa almeno esiste un luogo deputato per farlo”.

Al tavolo il presidente di Toti ha inoltre stigmatizzato l’assenza, da parte del gruppo ex Ilva, ora Acciaierie d’Italia, di adeguate comunicazioni circa la nuova cassa integrazione e il nuovo piano industriale. “Auspico che i vari, delicati passaggi che porteranno alla transizione ecologica dell’intera azienda – concludono Toti e Benveduti - vengano da oggi accompagnati con un tavolo nazionale come quello in corso, dove affrontare tutte le questioni”. Infine, il presidente di Regione Liguria ha invitato il Governo ad accompagnare il percorso con un adeguato sistema di norme che garantisca la corretta applicazione del piano industriale, “vista la delicatezza di una fase che durerà anni e che, per troppe volte, è già stata interferita da sentenze e pronunciamenti di varie magistrature”.