Ex Ilva: mercoledì nuovo tavolo, indotto in piazza

di Redazione

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Il governo pensa a come contenere le ripercussioni di un possibile commissariamento

Ex Ilva: mercoledì nuovo tavolo, indotto in piazza

La partita tra governo e Arcelor Mittal potrebbe avere un terzo tempo: trattare ancora per una uscita morbida del socio privato da Acciaierie d'Italia. Ma il governo, intanto, pensa a come contenere le ripercussioni di un possibile commissariamento. Si lavora sull'indotto. Dopo il vertice di venerdì scorso con le aziende, mercoledì il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, insieme al ministro del Lavoro, Marina Calderone, incontrerà i sindacati che rappresentano i lavoratori per un aggiornamento sulla situazione. A tutela dell'indotto non si escludono nuove misure, anche apportando migliorie al decreto varato dal Cdm che inizierà il suo iter in Senato.

A Taranto però non si allenta la pressione delle imprese che temono con il commissariamento di vedere andare in fumo 120 milioni di crediti. L'Aigi, a cui aderisce l'80% delle aziende dell'indotto con alle dipendenze circa 4mila lavoratori, sta attuando il blocco della fornitura di beni e servizi, garantendo solo la manutenzione delle batterie degli altiforni per "garantire l'incolumità pubblica", mentre gli autotrasportatori aderenti a Casartigiani sono in assemblea permanente nell'area della portineria C.

Si susseguono anche gli appelli per salute e ambiente. Questa volta sono i medici tarantini a scrivere alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, chiedendo che non sia "sprecata questa ennesima opportunità di affrontare la gravissima crisi dell'ex Ilva" anche sul fronte "della salute dei cittadini di Taranto", dopo "sessant'anni di convivenza con una fabbrica che lascia dietro di sé una scia di morti a causa dell'inquinamento di suolo, aria e acqua".

Che sia strategia in vista di un possibile contenzioso, oppure reale volontà di trattare, la lettera inviata a Palazzo Chigi da Aditya Mittal, Ad del colosso indiano dell'acciaio, ha un po' sparigliato le carte e riaperto, forse, margini per sotterrare l'ascia di guerra. Resta ferma la posizione della Fiom: "Si deve determinare - ha spiegato il coordinatore nazionale siderurgia, Loris Scarpa - una compagine sociale a guida pubblica che porti fuori l'azienda da questa situazione. Questa è la priorità".