Delitto Nada Cella: la Cecere cercò di depistare le indagini

di Redazione

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Chiese a ex fidanzato di dire che nel '96 stavano ancora insieme

Delitto Nada Cella: la Cecere cercò di depistare le indagini

Subito dopo la riapertura delle indagini sulla morte di Nada Cella, la segretaria massacrata nell'ufficio dove lavorava a Chiavari il 6 maggio 1996, Annalucia Cecere (nella foto, l'ex insegnante oggi accusata dell'omicidio) cercò in qualche modo di sviare gli investigatori. E' quanto emerge dalla richiesta di rinvio a giudizio del pm Gabriella Dotto. L'udienza preliminare è stata fissata per il 25 febbraio. A confermare questa circostanza è stato un ex fidanzato della donna: tentò di fargli affermare che nel '96 stavano ancora insieme.


Il 27 maggio 2023 la Cecere riesce a contattare l'uomo "ottenendo il suo numero con uno stratagemma e cioè fingendosi una collega di lavoro che studiava a Napoli con lui", scrive il pm. Nel corso della chiamata "mostra con lui un vero e proprio atteggiamento persecutorio nel tentativo di indurlo a ricordare che all'epoca dell'omicidio ancora si stavano frequentando per poter sostenere di non avere potuto avere alcun interesse per Soracco". Il suo interlocutore invece "appare fermo nel ricordare che la loro relazione era senz'altro finita nel 1996".


I due parlano anche dei bottoni (uno venne trovato accanto al corpo di Nada e cinque vennero trovati a casa della Cecere) che erano appartenuti a una giacca dell'uomo e che si trovava a casa della donna. "Lei lo informa di avere a suo tempo riferito ai carabinieri che l'avevano perquisita, di aver buttato via la giacca, lui invece afferma di essere certo di averla conservata e usata dopo quei fatti per molti anni, per recarsi a pescare. Il diverso ricordo che l'ex ha di questi avvenimenti - continua il magistrato - provoca in lei apprensione e disagio evidente".


Oltre che per la Cecere, il pm ha chiesto il rinvio a giudizio per il datore di lavoro di Nada, il commercialista Marco Soracco, e per la madre di questo Marisa Bacchioni: secondo l'accusa avrebbero mentito durante le indagini visto che sapevano che a uccidere la segretaria era stata Cecere avendola Soracco "sorpresa subito dopo il delitto".