Crollo Morandi, il monito di Mattarella e la richiesta di giustizia dei familiari delle vittime

di Redazione

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Il presidente del Consiglio Draghi: "Lo Stato deve fare tutto il possibile perché tragedie simili non avvengano mai più"

Crollo Morandi, il monito di Mattarella e la richiesta di giustizia dei familiari delle vittime

Quattro anni dopo il crollo del ponte Morandi, la portavoce del Comitato ricordo parenti vittime usa toni pacati e parole durissime per sottolineare che "non c'è ancora la percezione del cambiamento". Nel giorno in cui Genova e l'Italia ricordano i 43 morti di quella tragedia, Possetti sferza la politica e punta il dito contro l'inerzia sul loro disegno di legge per le vittime dell'incuria sulle infrastrutture, la mancata revoca della concessione e la cessione di Aspi alla cordata capeggiata da Cassa depositi e
prestiti, e la lentezza nella costruzione del Memoriale che chiede di fare diventare un monumento di interesse nazionale. E lo fa contrapponendosi alle parole del ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini il quale sottolinea, invece, che dopo il Morandi "si è fatto della sicurezza delle infrastrutture una scelta concreta". Visioni diverse mentre tutti dall'imam Salah Hussein all'arcivescovo Marco Tasca, dal sindaco Marco Bucci al governatore Giovanni Toti, dalla ministra della Giustizia Marta Cartabia al premier Draghi, dal presidente della Camera Roberto Fico, al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, chiedono giustizia.
 Quella di quattro anni fa per il capo dello Stato è "una ferita che non si può rimarginare. Un dramma che segna la vita della Repubblica e per il quale la magistratura sta doverosamente accertando le responsabilità. Si manifesta - aggiunge il presidente -l'esigenza di interventi adeguati a sostegno dei familiari delle vittime di tragedie come queste: occorre che la normativa sappia dare risposte a queste esigenze". Un monito a cui si aggiunge il presidente del Consiglio Draghi ricordando che "il dolore per questa terribile ricorrenza si associa a una convinzione: lo Stato deve fare tutto il possibile perché tragedie simili non avvengano mai più".
   L'amarezza dei familiari è contenuta nel discorso di Possetti che ha citato una frase riferita alla strage di Bologna: "A forza di celebrare minuti di silenzio abbiamo messo insieme anni di vergogna". E poi "questi sono stati quattro anni di dolore,
di speranza e di illusione, non abbiamo mai provato invece l'orgoglio e la percezione del cambiamento - ha detto - abbiamo sperato che dopo questa vergogna immensa potesse emergere un senso di rivalsa, ma guardandoci intorno non abbiamo percepito
nessun tremore, nessuno stravolgimento. Solo un po' di indignazione solo nelle parole e raramente nei fatti. Anche i media avrebbero dovuto essere inclementi con Autostrade come lo sono stati con Marco Pantani a cui non fu certo concesso il beneficio del dubbio. Il nostro apparato nazionale ha tanto da farsi perdonare, tra queste la firma di contratti in concessione che non firmerebbe neanche un bambino dell'asilo". Eppure per il ministro Giovannini spiega come da una tragedia "inaccettabile, che non può essere dimenticata al pari di altre", è partito un cambiamento "importante" che ha portato il ministero a fare "della sicurezza delle infrastrutture una scelta concreta potenziando la vigilanza sulle manutenzioni e rendendo i controlli più severi sui concessionari e i gestori".
 Da tutti si è levata una richiesta: che la giustizia arrivi presto. Perché, ha sottolineato Bucci "Genova non dimentica, Genova vuole crescere, Genova vuole giustizia". Giustizia e verità che, secondo Toti, "non sono rabbia o vendetta, ma quella verità che ristabilisce la fiducia tra i cittadini che hanno subito un torto e le istituzioni".
 Le celebrazioni sono iniziate con la messa celebrata dal vescovo Tasca che ha ricordato che "onorare la memoria significa anche avere procedimenti giudiziari efficaci e celeri che accertino le responsabilità del disastro".

Alle 11.36, momento del crollo, le sirene delle navi in porto e le campane di tutte le parrocchie genovesi hanno suonato in ricordo della tragedia, mentre nella Radura della Memoria calava il silenzio per onorare le vittime, tra la commozione di Gianluca Ardini, uno dei sopravvissuti che per la prima volta ha partecipato alla commemorazione. "Mi sentivo in colpa per essermi salvato, sono rimasto lontano dalla vicenda, ma è arrivato il tempo di esserci. I familiari delle vittime mi hanno accolto come un figlio" .