Cogoleto: saluto romano in Comune, imputati fanno donazione al Gaslini

di Redazione

1 min, 28 sec

Ma rifiutano di pagare Treno Memoria ai bambini: "Quel giorno stavamo solo votando, non facevamo alcun gesto fascista"

Cogoleto: saluto romano in Comune, imputati fanno donazione al Gaslini

Una donazione alla fondazione Gaslini di alcune migliaia di euro ma non il pagamento del viaggio ai bambini di Cogoleto con il Treno della Memoria. Il versamento è stato fatto dagli allora tre consiglieri comunali accusati di violazione della legge Mancino, perché il 27 gennaio del 2021, nel giorno della Memoria, votarono alcune delibere di seduta facendo il saluto fascista. "Non paghiamo il viaggio perché noi quel giorno stavamo votando e non facevano alcun saluto fascista", hanno spiegato tramite i loro avvocati Giacomo Gardella, Alessandro Sola e Mario Frigerio.

Il processo è a carico di Valeria Amadei (Fratelli di Italia), Francesco Biamonti (Lega) e Mauro Siri (indipendente), tutti e tre della minoranza di centrodestra. Siri e Biamonti si sono poi dimessi. Dopo le polemiche i tre avevano sostenuto di aver alzato la mano per una votazione. In Comune erano arrivate anche le forze dell'ordine, dopo che il sindaco di Cogoleto Paolo Bruzzone aveva espresso sui social sdegno per l'accaduto, e i poliziotti avevano acquisito video e verbale dell'assemblea e ascoltato il primo cittadino e l'operatore che aveva effettuato le riprese, primo ad accorgersi del gesto.

Il caso era arrivato anche in prefettura, con l'avvio di un procedimento istruttorio sollecitato dalle opposizioni in consiglio regionale (Lista Sansa, Pd, Movimento 5 Stelle e Linea condivisa). Il sindaco Bruzzone invece aveva inviato una relazione scritta sull'episodio al prefetto chiedendo di dichiarare la decadenza di tutti e tre i consiglieri. Siri ha sempre affermato che aveva tenuto il braccio in quel modo per difficoltà a piegarlo e di essere sempre stato antifascista. Per il pubblico ministero Cardona Albini quello dei tre è stato invece un disegno criminoso perché "da consiglieri di minoranza compivano manifestazioni usuali ai gruppi aventi tra i propri scopi l'incitamento alla discriminazione, o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi".