Ciclismo: nel giorno del Giro addio a Imerio Massignan, era il più anziano piazzato nella corsa rosa, amico del Giro dell'Appennino

di Redazione

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Professionista dal 1959 al 1970, al Tour de France vinse una tappa, aggiudicandosi per due volte anche la classifica scalatori. Viveva a Silvano d'Orba

Ciclismo: nel giorno del Giro addio a Imerio Massignan, era il più anziano piazzato nella corsa rosa, amico del Giro dell'Appennino

Nel giorno della partenza del Giro d'Italia, va in fuga per sempre Imerio Massignan, che era il più anziano corridore vivente a essere salito sul podio della corsa rosa, nel 1962 al secondo posto dietro Franco Balmamion, oggi 84enne e più anziano tra i vincitori.

Massignan, nato nel 1937 a Valmarana nel Vicentino, era un ottimo scalatore. Professionista dal 1959 al 1970, al Tour de France vinse una tappa, aggiudicandosi per due volte anche la classifica del gran premio della montagna. Fu "scoperto" da Tullio Campagnolo, fondatore dell'omonima ditta di componenti per bicicletta e inventore del cambio a deragliatore, e al debutto al Giro si piazzò al quinto posto, dietro a Charly Gaul, Jacques Anquetil, Diego Ronchini e Rik Van Looy.

Nel 1960 fu quarto al Giro d'Italia, dietro ad Anquetil, Gastone Nencini e Gaul. In quel Giro scollinò per primo sul passo Gavia, ma fermato poi da ben quattro forature, non poté vincere la tappa e perse pure il podio, guadagnandosi comunque il soprannome di "Angelo del Gavia". Dopo il quarto posto al Giro d'Italia e un terzo posto al Tour de Romandie, esordì al Tour de France, corsa in cui chiuse decimo vincendo la classifica scalatori. Un altro piazzamento di rilievo giunse poi in agosto ai mondiali 1960 di Hohenstein, in Germania Orientale: qui concluse quarto in volata (primo degli italiani) dietro a Van Looy, André Darrigade e Pino Cerami.

Nel 1961 fu undicesimo al Giro d'Italia, mentre al Tour de France bissò la vittoria nella classifica scalatori, concludendo al quarto posto nella classifica generale. In quell'edizione stravinse la tappa di Superbagnères, con arrivo in salita durante una bufera di neve. Nello stesso anno ottenne anche un secondo posto al Giro di Lombardia, battuto da Vito Taccone: nell'occasione fu uno dei pochi a non mettere piede a terra sul Muro di Sormano (nella foto è il terzo da sinistra, unico in borghese, proprio sul Sormano, durante una recente rievocazione cicloamatoriale).

Fu poi secondo al Giro d'Italia 1962, a poco meno di 4 minuti dal vincitore Franco Balmamion, e poi settimo al Giro d'Italia 1963. Proprio nel 1963 fu colto da pesanti sintomi di nefrite, che lo costrinsero a saltare tutto il 1964. Nel 1965 riuscì a vincere una tappa alla Volta Ciclista a Catalunya e fu nono al Giro d'Italia.

Viveva a Silvano d'Orba, in basso Piemonte, e non mancava mai al Giro dell'Appennino e a tutti gli eventi collaterali organizzati dalla US Pontedecimo.