Ciclismo: Laigueglia, addio a Bruno Zanoni, storica "maglia nera" del Giro d'Italia

di Stefano Rissetto

2 min, 32 sec

Ottimo dilettante e buon professionista, nel 1979, "conquistato" l'ultimo posto nella corsa rosa, fu protagonista in tv dalla Carrà e da Bongiorno

Ciclismo: Laigueglia, addio a Bruno Zanoni, storica "maglia nera" del Giro d'Italia

E' scomparso a 71 anni a Laigueglia, dove gestiva un albergo, l'ex ciclista professionista Bruno Zanoni. Originario di Nembro nella Bergamasca, si era trasferito in Riviera a fine carriera ed era stato per molti anni l'organizzatore principe del "Trofeo Laigueglia", corsa inaugurale del calendario internazionale e anticipatrice della Sanremo.


Ottimo dilettante, campione d'Italia 1973 nell'inseguimento su pista, fu professionista dal 1974 al 1979 vincendo una tappa al Giro d'Italia 1978 e piazzandosi al settimo posto al mondiale di inseguimento 1976 vinto da Moser al velodromo di Monteroni di Lecce. Ma ebbe notorietà nazionale per un'impresa alla rovescia, ovvero l'ultimo posto nella classifica generale del Giro d'Italia 1979.

In quegli anni, gli organizzatori della corsa a tappe tentarono di rivitalizzare l'usanza della "maglia nera", spettante all'ultimo della graduatoria, insegna che a suo tempo aveva fatto la fortuna di Luigin Malabrocca, in fondo alla classifica sia nel 1946 che nel 1947. Era tutt'altro che scarso, aveva vinto 138 gare di cui 15 da professionista, per due volte aveva vinto il campionato italiano di ciclocross, però nell'immediato dopoguerra si affezionò a quell'impresa alla rovescia, e per arrivare ultimo cercava di perdere più tempo possibile tra una tappa e l'altra nascondendosi dove poteva, forando le gomme della sua bici e fermandosi per lungo tempo nei bar. Nel 1949 era rimasto vittima della sua stessa tattica: sul traguardo dell'ultima tappa a Milano aspettò troppo tempo per presentarsi e quando arrivò non trovò più nessuno, perché i cronometristi e i giudici spazientiti avevano già lasciato le loro postazioni, assegnando all'ignaro Malabrocca lo stesso tempo del gruppo e al vicentino Sante Carollo la maglia nera con relativo premio.


Il tentativo di rivitalizzare la maglia nera (conquistata nel tempo anche da Giovanni Pinarello, fondatore della prestigiosa casa costruttrice di biciclette) ebbe breve respiro ma consentì a Zanoni, vincitore del "trofeo" nel 1979, una fiammata di popolarità che lo avrebbe visto ospite in tv di Raffaella Carrà e Mike Bongiorno. "Una volta indossare quella maglia ti faceva conoscere dal pubblico e mica pensavi che era un disonore - aveva spiegato in un'intervista a SvSport - Eri in coda alla classifica perché spesso dovevi servire il tuo capitano, sputare l'anima e poi, quando tutto era svolto, lasciarsi staccare. Adesso dicono che una maglia così sia soltanto un punto di riferimento negativo, da presa in giro. Stupidaggini, sai quante lotte si facevano a quei tempi per rimanere ultimi!".


Nel 2019, a Ferrara, Zanoni era stato protagonista, sempre con il suo spirito autoironico, del "Festival del ciclista lento": sulla pista del velodromo del capoluogo estense, l'ex corridore aveva sfidato il meno attempato Gilberto Simoni nella gara di lentezza, ovvero percorrere meno spazio possibile in un'ora, a forza di zig zag e di surplace (nella foto): sia Zanoni che Simoni avevano battuto il precedente record di Gibì Baronchelli, 1.313 metri. Simoni si era fermato a 1.071, subito dopo Zanoni - di fronte a un giudice di gara come il giornalista Marco Pastonesi - aveva percorso 1.070 metri, dichiarando a fine "gara": "Mi preparavo da giugno. La rivincita della maglia nera? No, ho sempre fatto il gregario con amore e tra i miei capitani c’era proprio Baronchelli".