Assemblea Anci, l'orgoglio di Decaro sulle note di Tenco: "Dovete essere sempre orgogliosi di quello che siete, di quello che rappresentate"

di Gaia Cifone

Il discorso del presidente nazionale anci

"Insieme, per davvero, abbiamo combattuto battaglie che sembravano impossibili. Insieme, sembra un paradosso, abbiamo anche litigato. Ma l’abbiamo fatto insieme, appunto, cioè senza mai mettere in dubbio la lealtà e il rispetto che gli uni abbiamo sempre avuto verso gli altri. Insieme abbiamo fatto delle nostre differenze la nostra forza. Ecco perché quella che abbiamo costruito è una vera e propria famiglia. E credetemi, non vi ringrazierò mai abbastanza per avermi dato l’onore di rappresentarla. Un ruolo di enorme responsabilità che di sicuro avrei potuto interpretare meglio. Vi chiedo scusa se qualche volta vi ho deluso. Un ruolo però che, posso dirlo con certezza, ho portato avanti provando con tutte le mie forze a rispettare, sempre, sempre, tutti e ciascuno di voi. Sia per le istituzioni e le comunità che rappresentate, sia umanamente, come singole donne e singoli uomini. Ho provato a farlo non a parole, ma nelle azioni concrete, cercando di non fare mai distinzioni tra grandi e piccoli Comuni, tra sindaci più o meno famosi, tra nord, centro 23 e sud, tra sindaci di destra, di centro, di sinistra. Ho provato a scegliere, a decidere, a lavorare senza guardare alle distanze, geografiche o politiche, ma pensando sempre e solo a quello che ognuno di voi rappresenta: le cittadine e i cittadini della nostra Italia. Ecco perché oggi, ringraziandovi ancora per quello che avete fatto e che fate ogni giorno, voglio indossare la nostra fascia tricolore. Perché oggi, qui, voglio sentirmi, ancora una volta, ancora di più, in mezzo a voi, sindaco tra i sindaci. Voglio sentire, insieme a voi, questi tre colori battere sul mio cuore. Perché questi tre colori sono e saranno sempre la nostra missione, la nostra forza, il motivo per cui ogni mattina ci svegliamo e ci mettiamo in cammino, la nostra bussola quando sbagliamo strada, la cornice morale di ognuna delle nostre piccole e grandiazioni, il senso più alto delle parole con cui giuriamo sulla Costituzione: disciplina e onore. Con questi tre colori sul cuore, in questi anni mi avete insegnato ad amare questo Paese. Di un amore vero, viscerale, come vero e viscerale è l’amore che ogni giorno coltivate per ognuno dei cittadini delle vostre comunità. Un amore che non finirà anche quando toglieremo per l’ultima volta questa fascia. 24

Dovete essere sempre orgogliosi di quello che siete, di quello che rappresentate. Perché siete, perché siamo la parte più vera del Paese. Perché dove qualcuno abbatte noi proviamo a costruire. Perché dove qualcuno urla, noi proviamo a ragionare. Perché dove qualcuno separa, noi proviamo a unire.

Che fatica… Che enorme, quotidiana, solitaria, dimenticata fatica, quella di fare il sindaco. Guardare ogni giorno, se piove o c’è il sole – cantava Luigi Tenco – per saper se domani si vive o si muore. La tentazione di “andare via lontano a cercare un altro mondo” e poi “aver voglia di tornare”, lì, dal nostro amore, le nostre città. Perché noi non ci arrendiamo, noi non molliamo. Noi, questa fatica, continuiamo a coltivarla. E se ci sentiremo smarriti, impauriti, abbandonati, basterà poggiare ancora una volta la nostra mano qui, su questa fascia. E questa fascia, ancora una volta, ci ridarà la forza di andare avanti. Perché noi siamo quelli con i tre colori sul cuore. Perché noi siamo i sindaci che uniscono l’Italia. Non dimenticatelo, non dimentichiamocelo mai. Evviva l’Italia dei Comuni, evviva l’Italia dei sindaci. Buona assemblea, con tutto il cuore.