Sampdoria, processo sommario a Bolzano. Ma i peccati sono tanti per potersi lamentare

di Maurizio Michieli

1 min, 24 sec

Gli episodi di Cisco e Ghilardi valutati con superficialità volgare e lo stillicidio continua

Sampdoria, processo sommario a Bolzano. Ma i peccati sono tanti per potersi lamentare

Che la Sampdoria sia una squadra costruita male, lo abbiamo detto e scritto dall'inizio. Che, al completo, possa tuttalpiù aspirare al centroclassifica della serie B anche. Che la nuova società, giustificata dalla macerie ancora fumanti, stia faticando più del previsto a ingranare pure. Che la situazione di classifica sia inquietante e barbara, dopo l'agonia dello scorso anno, è sotto gli occhi di tutti. Lo stillicidio, insomma, continua.
Ciò che non avevamo ancora previsto era che a tartassare la Samp ci si mettessero persino gli arbitri e gli arbitraggi. Ciò che abbiamo visto al "Druso", dove i blucerchiati non hanno dominato ma sicuramente gestito l'incontro quasi dall'inizio alla fine, è stato sconcertante, ai limiti del calcisticamente volgare: la superficialità con cui sono stati giudicati (male) il tocco di braccio di Cisco in area del Sudtirol e il (non) fallo di Ghilardi su Merkaj getta ombre inquietanti sulla gestione futura del campionato.
Non tanto e non solo per le decisioni prese da direttore di gara e Var quanto per il modo in cui queste scelte sono maturate, ovvero alla stregua di processi sommari. Quasi sentenze già scritte, senza bisogno di un regolare "processo". Una sensazione di fastidio che ha espresso Legrottaglie, pur senza affondare i colpi della polemica.
Purtroppo la Sampdoria ha troppe responsabilità proprie, per la situazione in cui si trova, per potersi concedere il lusso di attribuirne alcune ad altri. Ecco perché non rimane che continuare a scontare i propri "peccati", ingoiare quanto visto e soprattutto non visto a Bolzano e tirare avanti, nella speranza di trovare una via di fuga da questo perenne calvario che i tifosi, certamente, non meritano.