Trieste, il ritorno di D'Agostino: "Ho trovato tutto come l'avevo lasciato"

di Marco Innocenti

"Cosco via da Genova? Un allarme che il governo deve raccogliere. Credo però che ci penseranno molto bene prima di farlo"

Video momentaneamente non disponibile.

Con la recente sentenza del Tar del Lazio, si è chiusa una vicenda che, dallo scorso 4 giugno, rischiava di mettere sotto scacco il porto di Trieste. Anac, l'autorità anti-corruzione, infatti aveva dichiarato inconferibile l'incarico di presidente a Zeno D'Agostino per il suo contemporaneo ruolo in Trieste Terminal Passeggeri. Risultato: D'Agostino dichiarato decaduto e il segretario generale Mario Sommariva nominato dal Mit in fretta e furia commissario dell'autorità portuale. Il ricorso alla giustizia amministrativa, invece, ha ribaltato la pronuncia di Anac, rimettendo al suo posto il presidente D'Agostino.

Buongiorno presidente e bentornato. Qual è stato il primo pensiero quando è rientrato in quell'ufficio che è stato suo per 5 anni prima della pronuncia di Anac? "Beh, io devo dire che sono sempre stato abbastanza ottimista - dice D'Agostino - Chiaro che rientrare è stato bello. Tra l'altro non avevano toccato nulla, perché c'era ancora la cartellina del comitato portuale del 4 giugno che non siamo riusciti a fare per colpa di quella PEC, ma diciamo che le emozioni e anche tante lacrime le avevo già versate qualche settimana prima, quindi quel giorno ero abbastanza voglioso di lavorare".

Una sentenza, quella del Tar, che in molti aspettavano perché di fatto lei è riuscito in quello che poteva sembrare un compito impossibile, cioè riunire tutti gli attori della portualità, da quelli istituzionali fino all'ultimo lavoratore nel porto. "Sì, è quello che è successo e che si è visto. E' quello che poi io ho vissuto in prima persona chiaramente più di altri perché ho visto tutti i messaggi di stima e l'affetto che alla fine era proprio trasversale e io ho detto era trasversale, ma anche verticale, l'affetto e il supporto che è arrivato anche da tutta Italia".

Questa sentenza può scardinare un processo che si è visto in atto in questi anni, con tante autorità portuali coinvolti in problemi di varia natura. Questa sentenza può rappresentare un po' uno scatto, il primo tassello di un cambio di rotta? "Penso proprio di sì, nel senso che la sentenza anche dal punto di vista giurisprudenziale dice delle cose importanti e intanto elimina quel problema fondamentale di cui si è discusso durante questo periodo. Si è discusso sulla questione delle deleghe gestionali. Alla fine il Tar ha eliminato questo problema, ha detto che la legge non si applica al mio caso. La cosa che ha stupito è la velocità: qualcuno vedendo che nei giorni successivi non arrivava la sospensiva, ha cominciato ad avere un po' di pessimismo e invece è arrivata la decisione migliore nel più breve tempo possibile. Il fatto che la politica si sia mossa, probabilmente, forse può significare che si comincia a capire qual è il ruolo delle autorità dei porti, a maggior ragione con quello che sta succedendo a Genova in questi giorni. Quella di Cosco è una notizia negativa ma ora almeno si comincia a mettere le criticità dei porti in prima pagina sul Sole24Ore, poi torno a dire che purtroppo si tratta di una notizia negativa però almeno trova spazio. Ecco perché andiamo a vedere il lato positivo di tutto questo e di questa dannazione che sta colpendo i presidenti dei porti. Comunque si sta alimentando un interesse che va oltre il nostro settore, rispetto a quelle che sono le tematiche portuali".

La notizia di ieri con Cosco che abbandonerà il porto di Genova per spostarsi su altri scali, purtroppo è un po' una tragedia annunciata forse vista la situazione delle autostrade. "Non sono il presidente di del porto di Genova ma, conoscendo Donati e Cosulich, credo che prima di mollare Genova avranno tutta una serie di altre questioni da fare. Chiaro che il loro è stato un allarme. Quello è un grido che viene mandato al governo centrale è un grido che dice 'Seguiteci perché ne abbiamo bisogno'. Penso che la situazione fa un po' il paio con quello che abbiamo fatto qui a Trieste in questi anni, a prescindere dall'elemento abbastanza automatico di riflessione sull'utilizzo della ferrovia o meno. C'è qualcuno che ha investito sulla ferrovia, ma il tema secondo me è un po' più impegnativo, cioè il tema delle autorità di sistema portuale significa che ci viene data la possibilità di diventare soggetto di coordinamento di un qualcosa che è più ampio del porto e torno a dire che questo a Trieste l'abbiamo declinato abbastanza bene nel senso che oggi l'AdSP ha la maggioranza della zona industriale di Trieste ed è entrata anche nel mondo immobiliare dell'industriale. Governa l'Interporto di Fernetti che a sua volta ha acquisito l'Interporto di Cervignano, che a sua volta è proprietario della zona franca. Si è estesa a Monfalcone, stiamo comprando l'azienda speciale del porto di Monfalcone. Abbiamo la nostra impresa ferroviaria, Adriafer, che è un'impresa al 100% dell'autorità di sistema. Dove voglio arrivare? Al fatto che, nel momento in cui ci possono essere delel criticità in un settore, questo ti permette di mettere in campo delle soluzioni di sistema per attenuare quelle che sono le problematiche. Quindi io penso che episodi come questo fanno capire quanto è importante anche la riforma che ci ha dato la possibilità di essere autorità di sistema e non solo autorità portuali e, come oggi, in molti casi con alcune delle soluzioni adottate a Trieste, si può pensare che ottimizzando retroporti che comunque sono governati o controllati dall'autorità,  con un'impresa ferroviaria che è propria e quindi gestire shuttle ferroviari che entrano ed escono dal porto, fare dei buffer fuori dal porto in modo da fermare il traffico camionistico fuori dalla città... ecco, queste cose le puoi fare se sei un'autorità di sistema e se hai investito su tutti gli anelli di una catena logistica territoriale che va chiaramente oltre il porto, in questo caso va in tutta la regione Friuli Venezia Giulia. Io penso che la soluzione a tutte queste tematiche, a prescindere dal ruolo fondamentale del governo nel dialogo con il concessionario stradale, è anche quello che la visione di un'autorità di sistema portuale può dare e dà degli elementi in più per risolvere questa situazione".