Toti e quel problema di stile e di quell'eccesso di torrenti verbali

di Paolo Lingua

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Toti e quel problema di stile e di quell'eccesso di torrenti verbali

Non è il caso di farne un dramma perché sino a questo momento la nostra Costituzione sancisce la più assoluta libertà politica e la più assoluta libertà di opinione, così come da parte di ogni testata c’è e ci deve essere la massima libertà di comunicazione.

La premessa è per aprire una nota di costume che riguarda il presidente della Regione Giovanni Toti che, oggi, dopo aver svolto la consueta conferenza serale di aggiornamento sulla situazione del coronavirus sul territorio della Liguria, ha svolto una intervista, tutta di politica, sull’emitttente Primocanale.

Sia chiaro: non è un reato. Ma è una palese mancanza di stile, considerato il momento drammatico che tutti stiamo vivendo. Credo di capire il movente: si attende da un momento all’altro la decisione del Governo di spostare gli appuntamenti elettorali – amministrative comunali, regionali e referendum – a ottobre, perché per il momento la situazione del contagio è assolutamente inarrestabile e i suoi sviluppi sono imprevedibili.

Ma a Toti sta troppo a cuore il rinnovo del suo mandato anche perché, visti i non brillanti esiti del suo tentativo di dar vita a un nuovo partito pescando voti e sostegni dalla “casa del padre”, ovvero Forza Italia, per il momento la Regione Liguria è di fatto la sua unica casella su cui gettare i dadi. Ma in questi giorni è assurdo discutere di elezioni e di tattiche politiche. Tanto è vero che non lo fa più nessuno e tutte le scelte sono rinviate a momenti più sereni.

Chi scrive ricorda che nell’autunno del 1970 con l’alluvione – la prima catastrofica per Genova -  che provocò tanti morti e disastri, nessun politico locale si lasciava andare a divagazioni di politica spicciola o elettorale. Né il presidente della Regione Gianni Dagnino, né il sindaco Augusto Pedullà, Assessori e parlamentari erano sobri e ricordo che, se bloccati da noi cronisti, a volte tagliavano corto. C’era riluttanza a fare discorsi che non fossero legati alla vicenda che si stava vivendo.

E’ un problema di stile. Ma tant’è. Il presidente Toti, si sa, è logorroico e ha una visione espansiva della comunicazione, quasi fosse un virus positivo da diffondere. Ma l’eccesso di torrenti verbali, se n’era accorto anche Umberto Eco, maestro della questione, poco prima di morire, è anche controproducente. Le esondazioni producono danni.

E’ meglio che Toti, buon gusto a parte, ci rifletta. Senza fare troppa strada basta osservare il sindaco Marco Bucci, sempre più prudente, in particolare in questi giorni, anche se, in altri campi operativi, la sua azione s’è dimostrata efficace.