Terminalisti contro camalli, Spinelli: "Quella lettera è stata un errore clamoroso"

di Marco Innocenti

"I terminalisti devono sostenere la Culmv, è indispensabile. Adesso però serve una tariffa unica"

Una lettera. E' stata questa la miccia che ha acceso il fuoco della polemica fra terminalisti e lavoratori del porto. Una lettera indirizzata ai vertici di Autorità Portuale nella quale si richiedeva la restituzione delle somme versate a titolo di adeguamento tariffario dal 2013 ad oggi. Poi lo sciopero, i tentativi (tutti naufragati) da parte delle istituzioni di scongiurare il braccio di ferro fra le due anime del porto e ora un silenzio che sa tanto di stallo.

“Io credo che si sia trattato di una bolla di sapone - commenta Aldo Spinelli, in un'intervista esclusiva a Telenord - C'era stato già un accordo firmato da tutti e ciò che è stato detto era già concordato tra Culmv e terminalisti, con il benestare dell'Autorità Portuale. Perché noi sappiamo quanto sia importante la Compagnia Unica nel porto di Genova: è una risorsa che noi terminalisti dobbiamo non solo sostenere ma dobbiamo far sì che mantenga sempre gli organici che ha. Sono il nostro punto di forza perché magari oggi ti arrivano 3 navi e poi, per giorni, non te ne arrivano. Se non avessimo il supporto della Culmv, i terminalisti dovrebbero fare un sacco di assunzioni e poi, quando non ci sono navi, tenersi i dipendenti. Una cosa impossibile per  qualsiasi azienda”.

Ma allora perché questa lettera? “Io credo che non avesse il significato che è apparso sui giornali – risponde Spinelli – Doveva solo far sentire la voce di alcuni terminalisti che probabilmente hanno incontrato difficoltà nella trattativa dei contratti. Quello che io però credo è che adesso servirebbe una tariffa unica, che copra anche i momenti in cui non vengono chiamati. Ci dev'essere una compensazione alla fine dell'anno che è anche giusta, che abbiamo sempre fatto in totale armonia”.

Insomma, alla fine, questa lettera è stata un errore? “E' stata un errore clamoroso – risponde senza mezzi termini Spinelli - Era già stata cancellata a novembre poi non so se sia rimasta in qualche cassetto... Era una lettera di avvertimento di cercare ognuno di noi di fare il proprio dovere: verso la Compagnia che cercasse di far rispettare i turni di lavoro... Ecco tutto”.

E adesso? Come si esce da questa situazione di scontro? “C'è già stato un accordo collettivo tra di noi - conclude Spinelli - quindi io non vedo come ci possano essere dei seguiti. Questa lettera non doveva nemmeno uscire ma ci sono già accordi che ognuno di noi deve rispettare. C'è stato da parte di tutti un passo avanti e uno indietro. Ognuno deve fare il proprio lavoro, il proprio dovere e rispettare il ruolo di Compagnia, Terminalisti e Autorità portuale che ci governa”.