Si infittisce l’obbligo del green pass ma gli spazi si allargano

di Paolo Lingua

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Si infittisce l’obbligo del green pass ma gli spazi si allargano

I posti di lavoro e di accessi pubblici dove sarà obbligatorio il green pass sono ormai destinati ad aumentare (gli accessi pubblici, il lavoro domestico, i servizi) oltre agli obblighi già annunciati e in vigore dal 15 ottobre nei posti di lavoro pubblici e privati. I dati sul settore dei domestici e dei badanti sono per certi aspetti preoccupanti: si parla di circa due milioni di individui, di cui un terzo non sarebbe ancora vaccinato. Certo, è prevista l’alternativa dell’impiego del tampone, ma è una garanzia che dura due o tre giorni al massimo e, in quasi tutti i casi, è previsto che il soggetto paghi il servizio. Appare assurdo spendere cifre che in un mese diventano pesanti per resistere al vaccino che è gratuito per tutti i cittadini. Questo spiega come molti “no vax” di fronte alla sospensione dello stipendio puntino , anche rassegnati, a vaccinarsi. Molto positiva la corsa, suffragata dai numeri in crescendo, dei giovani al di sotto del 18 anni che corrono a vaccinarsi.   Ormai, a tutti i livelli scientifici, è dimostrato che l’intensificarsi dei vaccinati fa scendere i contagi e, anche nei casi limite di chi vaccinato prende il Covid l’infezione è di forma molto lieve e non si verifica mai l’urgenza d’un ricovero anche solo ordinario.  Ma, anche a questo proposito, i numeri indicano una discesa di ricoveri e in particolare in terapia intensiva. I decessi sono limitati a soggetti al di sopra degli 80 anni o a casi di persone soggette da gravi affezioni.

Si sta diffondendo, sia pure con tutte le cautele che le vicende del passato ci hanno insegnato,  un soffio di ottimismo, anche se è ancora troppo presto per affermare che siamo alla svolta definitiva. Ma la strada è quella giusta. Tanto è vero che per la fine di ottobre si conta dai aumentare la capienza di cinema, teatro, manifestazioni sportive. Anche se forse resterà il limite dell’ 80% del potenziale recettivo, ci sarà una ripresa decisa del mondo dello spettacolo, della cultura e dello sport che forse è quello che ha sofferto di più in quest’anno e mezzo di pandemia. Ed è anche giusto che, nel ritorno alla normalità, si riduca al minimo la didattica a distanza nelle scuole così come il lavoro a casa nei settori pubblico e privato. Sono state, a tutti i livelli, pesanti e gravi ferite alla vita normale e sociale. Ma verso quali strategie ci stiamo muovendo, soprattutto dal punto di visto dell’intervento medico e sanitario?  Il primo passo è il terzo vaccino che per il momento è in corso di somministrazione – e sembra con consenso generale ed esiti positivi – nei confronti di quella parte della popolazione considerata “fragile” sul piano della salute e quindi più a rischio nel caso d’una infezione.

Sono in corso studi e verifiche, anche perché la ricerca scientifica non si ferma,  sulla somministrazione graduale del terzo vaccino alla popolazione che ha già ricevuto la prima due dosi. Potrebbe essere, come per l’influenza e altri rischi di malattia, una sorta di vaccino annuale? Forse è troppo presto per far scattare una affermazione cos’ definitiva, ma l’impressione generale, adombrata da molti centri di ricerca internazionali, sembra puntare a questa soluzione. Si pensa infatti di somministrare il vaccino dopo i cosiddetti “fragili”, alle fasce più anziane che sono quelle che hanno minori difese interne contro il contagio. Prima gli ultraottantenni e poi gli ultrasettantenni entro la prossima primavera. Volendo cercare di tirare le somme dobbiamo constatare che siamo a una serie di passaggi delicati: la situazione generale migliora e si spinge per tornare alla normalità, ma occorre tenere alta la guardia per evitare nuove ondate del virus. Per non parlare di infiniti Paesi poveri dove l’indice di vaccinazione è basso. Giusta la mossa del premier Draghi a promuovere con generose donazioni di farmaco la vaccinazione in Africa, Sud America, Asia.  Il ritorno del contagio potrebbe proprio venire da quei luoghi visti i rapporti internazionali che non sono possibili da bloccare.