Scuola: tempi stretti per riapertura in sicurezza

di Paolo Lingua

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Scuola: tempi stretti per riapertura in sicurezza

C’è un punto sul quale tutta l’Italia, e non solo gli interessati, sono concordi: in autunno, ma manca più d’un mese, le scuole di ogni ordine e grado devono riaprire, tornando alla normalità pre-Covid. Nessuno tollera più la didattica a distanza che ha creato troppe problematiche sia sul piano specificamente didattico, sia sul piano psicologico. I presidi sono stati espliciti: tutto il personale va vaccinato e che si oppone deve essere obbligato a farlo. Un discorso che vale anche per i genitori che devono, soprattutto per i minori. Vaccinare i loro figli. E’ ormai accertato che la vera difesa contro i contagi e contro la diffusione del virus è la vaccinazione. Lo dimostra il fatto che, anche nelle ultime settimane (ma il dato è da sempre univoco) il 99% dei ricoverati e dei colpiti è costituito da non-vaccinati. Certo, non mancano obiezioni e discussioni anche di natura giuridico-politica sul fatto che non sarebbe possibile obbligare tutti i cittadini italiani alla vaccinazione, ma è indubbio, volendo ragionare con i piedi per terra, che è ormai dimostrato in tutto il mpondo civile ed evoluto il ruolo determinante della vaccinazione come reale strumento di limitazione e di contenimento delle infezioni, anche del diffuso e pericolo “Delata”. Ovviamente, accanto alla questione estremamente delicata della riapertura totale delle scuole e della eliminazione della “Dad”, resta viva la discussione sulla vaccinazione del personale medico e sanitario negli ospedali e nei pronto soccorso oltre che nelle Rsa dove i rischi, considerata l’età dei ricoverati, sono molto alti, come è già stato largamente dimostrato. Oggi tutti i centri sanitari di ricerca e le università sono d’accordo sulla spinta alla vaccinazione, che per fortuna si sta incrementando, grazie anche all’introduzione del cosiddetto “green pass” per i luoghi chiusi e i rischi di assembramento. Il “green pass” di uno strumento di grande utilità e facile da ottenere se si è in regola con le vaccinazioni ed è una forma di sicurezza non solo per i singoli soggetti, ma anche per tutte le le strutture recettive.  Non è giusto che chi si vaccina ed è attento a tutte le regole e alle precauzioni (e che quindi opera nel rispetto di tutti) sia messo a contatto con dei non vaccinati per capriccio o per assurde convinzioni che non hanno nulla di scientifico. Non sono mancate e non mancano, come tutti possiamo constatare, movimenti e correnti “no vax”, con annuncio di nuove manifestazioni che però, sulla base degli ultimi eventi, stanno però scendendo di numero nelle piazze, anche perché la posizione dei protestare è molto varia e confusa. Accanto ai cosiddetti negazionisti, ci sono movimenti protestatari di estrema destra e altri movimenti non del tutto chiari. Più complessa la posizione della Lega e di Fratelli d’Italia. La Lega, anche se la questione non emerge come polemica esterna, è divisa e personalità di punta come Zaia, presidente del Veneto e del ministro Giorgetti, non sembrano omologhe a quelle di Salvini. A testa bassa il partito della Meloni che però incarna l’opposizione al governo. E’ probabile che Salvini, che ha una posizione politica nazionale più complessa e articolata, sia, nella prospettiva delle elezioni amministrative, alla caccia di voti che vagano liberi sul “mercato” e che vorrebbe evitare che siano assorbiti da Fratelli d’Italia, partito con il quale in questo momento è in co0rso per la leadership dell’interno centrodestra. Ma non va dimenticato che Forza Italia, i partitini minori del centro e il movimento di Giovanni Toti sono decisamente  a favore della vaccinazione, anche obbligatoria se necessaria. Draghi e il generale Figliuolo puntano decisamente a vaccinare i tre quarti degli italiani tra la fine di agosto e la fine di settembre.  Un obiettivo che, salvo fatti imprevedibili, dovrebbe offrire a tutto il Paese grandi garanzie di sicurezza e di ridimensionamento del Covid sul territorio a favore d’una ripresa della vita quasi sul filo della normalità, anche in funzione d’una ricrescita economica di cui tutti sentiamo il bisogno e l’urgenza. La corsa ai vaccini degli incerti e dei giovani è un buon segno, in questa estate difficile e dai momenti contraddittori. C’è quindi da augurarsi, sulla base di questi presupposti, che la battaglia dei “no vax” (convinti e strumentali) finisca in una sconfitta.