Savona, sgomberato il campo nomadi abusivo. Caprioglio: "Ripristinata la legalità"

di Alessandro Bacci

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Abbattuti sette edifici abusivi. Ma l'avvocato dei sinti insorge: "Grave violazione dei diritti fondamentali, evidenti episodi di violenza"

Savona, sgomberato il campo nomadi abusivo. Caprioglio: "Ripristinata la legalità"

Dispiegamento di forze dell'ordine e soccorritori da questa mattina a Savona per lo sgombero, seppur parziale, di un campo sinti in zona Fontanassa. L'intervento è iniziato attorno alle 6.45 e riguarda l'abbattimento di sette edifici completi abusivi, oltre ad altre due costruzioni parziali, all'interno del campo, nell'ex parcheggio del vicino campo di atletica. Sono presenti polizia locale, digos, guardia di finanza, vigili del fuoco e croce rossa. Tra la trentina di residenti degli edifici abbattuti ci sono anche minorenni, inclusa una bambina disabile, che dovrebbero venir accolti in hotel in attesa della messa in sicurezza di cinque alloggi dell'azienda regionale per le case popolari Arte, che verranno assegnati loro. Tre sono già stati individuati da tempo e altri due si sono liberati negli ultimi giorni.

"Questa attività contempera l'esigenza di ripristino della legalità e di tutela dei soggetti fragili che risiedono nei manufatti interessati. La decisione è contenuta nelle ordinanze emesse a fine dicembre 2019 e regolarmente notificata ai proprietari", ha affermato la sindaca di Savona Ilaria Caprioglio.

Nel campo per il 30 giugno è preannunciata la chiusura del contatore dell'acquedotto per insoluti. Maria Gabriella Branca, avvocata che tutela i diritti degli
abitanti del campo, parla invece dell'intervento odierno come di una "grave violazione dei diritti fondamentali", denunciando "evidenti episodi di violenza". "Stiamo predisponendo il ricorso al Tar contro il regolamento emanato dal Comune", "contrario alle norme europee e alla legge regionale". "Stiamo parlando di popolazioni sinti e rom che sono nomadi per definizione. L'obbligo per le città è trovare loro piattaforme in cui possano vivere, lavorare, avere affetti e famiglie e poter ricevere parenti e conoscenti. Questo avviene in tutta Europa, quindi qui siamo in una situazione di grave violazione dei diritti fondamentali". Oggi, poi è mancato il "minimo di preavviso", "non hanno avuto nemmeno il tempo di portare via le loro cose".